(E. Menghi) – Nainggolan è l’uomo in più della Roma. Fuori dagli schemi per natura, corre per due anche se si allena solo da una settimana e con la fascia al braccio è un leader perfetto per Di Francesco. Sono tanti i buoni motivi che gli hanno fatto guadagnare l’adeguamento-premio, promesso mesi fa e finalmente in arrivo. L’agente si è accordato con Monchi a Trigoria prima della partenza per gli States, a Boston il presidente Pallotta riceverà il centrocampista per mettere tutto nero su bianco: per il rinnovo a stelle e strisce si aspetta solo l’arrivo del diesse spagnolo, che si sta occupando del mercato dalla capitale ma la prossima settimana raggiungerà la squadra oltre Oceano. Baldissoni è partito ieri pomeriggio e non appena il quadro dirigenziale sarà al completo la fumata bianca potrà colorare il cielo statunitense. Il più felice di tutti sarà Radja, a cui non è piaciuto stare in sala d’attesa così a lungo, ma non ha mai voluto altro che la Roma. E se l’è già ripresa. Nella prima amichevole americana contro il Psg, pareggiata 1-1 (gol dell’ex Marquinhos, poi Sadiq) nei 90′ ma persa ai rigori (errore di Gerson), il belga ha giocato da capitano tutta la ripresa, ereditando da Strootman il posto in campo e la fascia. De Rossi è subentrato al 62′ ed è rimasto senza. Nainggolan ha saputo renderle giustizia, facendo una prestazione sopra ritmo rispetto ai compagni, nonostante avesse sulle gambe una decina di allenamenti, tra quelli fatti in America e i compiti a casa assegnati da Di Francesco ai nazionali, e si fosse goduto le vacanze a Mykonos prendendo in giro chi, come Perotti, lavorava sodo anche durante le ferie. Al Comerica Park di Detroit, davanti a 36.289 spettatori, ha fatto la differenza usando le sue armi migliori, corsa e determinazione. Radja è un punto fermo, una certezza da cui ripartire. Intorno a lui sta nascendo la nuova Roma, tra giovani promesse come Pellegrini ed esperti come Gonalons, entrambi titolari nel test con il Psg. Il francese sta conquistando tutti, allenatore in primis: «Sono molto contento di Maxime. Lui e De Rossi saranno grandi antagonisti, ma per noi sarà un vantaggio: avrò la possibilità di scegliere di volta in volta chi è nelle migliori condizioni». Lo stesso non può dire – al momento – della difesa, troppo ballerina e con un evidente problema a sinistra, dove sono stati adattati prima Moreno e poi Juan Jesus: «Non colpevolizzerei Hector per la rete subìta, lo abbiamo preso per fare il centrale». Il mercato gli darà la soluzione: «Non dobbiamo essere frettolosi. Non ho ancora visto niente delle mie idee, ma ho notato tanta voglia di osare, stare alti, rimanere corti. Questo per me è un bel passo in avanti, anche se c’è tanto lavoro da fare». una Roma «work in progress» e Di Francesco non ne nasconde i difetti, consapevole che col sudore e gli innesti giusti i risultati arriveranno. Se Iturbe è in prova, Gerson nonostante il penalty sbagliato non è dispiaciuto al tecnico: «E’ stato intraprendente e ha cercato di essere aggressivo: mi è piaciuto». El Shaarawynon è potuto scendere in campo perché è alle prese con qualche problemino fisico che lo sta limitando in questo inizio di preparazione e ancora per qualche giorno dovrà seguire allenamenti personalizzati, per cui dovrebbe saltare anche il prossimo impegno amichevole, il 25 luglio, a New York contro il Tottenham. La Roma ha deciso di mandare negli States il giovane Keba per fornire un attaccante in più a Di Francesco, aspettando il futuro titolare. Un piccolo intoppo c’è stato nella notte americana sulla strada per Boston: per un problema al vettore dell’aereo, i giallorossi hanno ritardato il decollo, cenato a Detroit, e sono arrivati nella città di Pallotta alle 6 del mattino.
fonte: Il Tempo