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Di Francesco fa le ultime prove per il campionato

(A. Angeloni) – Ci siamo, domani sarà l’inizio della settimana di campionato. E domani sarà passata anche la partita con il Celta Vigo (ore 19,30, Sky Sport 1, Sky Calcio 1 e Sky Super Calcio) che avrà (si spera) consegnato a Eusebio Di Francesco sensazioni migliori rispetto all’ultima giocata con il Siviglia, finita pure con qualche indicazione positiva. Il tecnico ha la squadra in mano dal 6/7 luglio, giorni del raduno a Trigoria e inizio del ritiro di Pinzolo, ricordiamolo, fatti di tanti ragazzini, alcuni infortunati, e quasi zero big. E’ passato poco più di un mese, la metà con la squadra “vera” a disposizione, e oggi possiamo ancora dire che la rosa non è ancora completa. Perché, come noto, manca l’esterno alto e un difensore centrale di alto livello, più sono fermi ai box potenziali titolari come Karsdorp (fino a ora mai visto in campo, Florenzi, che è in via di recupero e Emerson, che rivedremo a ottobre/novembre). Poi, ci sono ancora calciatori, su tutti Castan e Iturbe, che devono essere piazzati e ad oggi non hanno nemmeno il numero di maglia (la Roma ha consegnato la lista, manca il numero 10, sic!). Rosa da ampliare e allo stesso tempo da sfoltire, sembra un paradosso ma questo è. La Roma in questo mese è cresciuta, ha fatto bene in alcune, non benissimo in altre. Dato comune: ha sempre preso gol – dagli States in poi – e questo è un aspetto (negativo) su cui il tecnico deve lavorare: un gol con il Psg, due col Tottenham, uno con la Juve e due col Siviglia, sei gol in quattro partite. Quanto ai gol segnati, meglio, ma – come dice Di Francesco – la squadra deve acquisire la capacità di non sprecare troppo sotto porta. Si attende il miglior Dzeko, insomma, e l’esterno goleador.

LA MEDIANA – Della difesa abbiamo detto, ora bisognerà solo capire se certi sbandamenti dipendano da una scarsa vena degli uomini a disposizione o dai meccanismi di reparto ancora poco digeriti dalla squadra. Diciamo così, al di là di questi aspetti, come detto, un centrale di alto livello aiuterebbe in ogni caso (un Boateng, per fare un esempio). Poi c’è la questione Alisson. Che non può essere criticato per una partita andata male (Siviglia), ma ora lui da qui in avanti deve mettere tutto se stesso per dimostrare di essere un numero uno vero. E il suo pedigree – titolare della Seleçao – dimostra che lo è. Il centrocampo, il reparto più completo per numeri di giocatori e per qualità (due per ogni ruolo), ad oggi si porta dietro lo stato di forma non esaltante – tra gli altri – di Nainggolan, uno dei punti di forza della Roma. Di Francesco ha il compito, non complicatissimo, di riabituare Radja a un ruolo che conosce bene e che però non pratica da un paio di stagioni. La mezz’ala l’ha fatta e bene, anche a Cagliari, dove agiva al fianco del centrale Daniele Conti (oggi si chiamano De Rossi e Gonalons). Nulla di grave,ma la Roma, per essere una Roma di alto livello, ha bisogno del Nainggolan che conosciamo tutti. «Per dare entusiasmo a tutto il sistema serve fare bene contro Atalanta e Inter: il mio obiettivo è dare un’identità alla squadra, cercare di vincere le partite, che è quello che conta, portando entusiasmo intorno alla squadra. Siamo noi a trascinare tutto». Di Francesco risponde, in chat, alle domande dei tifosi. Lui, l’entusiasmo, ce l’ha.

I CAMBI – Stasera, contro il Celta (la squadra farà ritorno in Italia in nottata), Di Francesco farà un po’ di cambi rispetto a Siviglia. Vuole testare lo stato di forma e la tenuta da titolari di gente come Fazio, Under, Pellegrini, Gonalons (De Rossi si è allenato a parte). E’ chiaro che i vari Peres, Kolarov e Perotti, dovranno giocare visto che le loro alternative – o i titolari, a seconda dei punti di vista – in questo momento non sono disponibili, ovvero Karsdorp, Emerson e El Shaarawy. Ricapitolando: condizione fisica generale, identità tattica, sono due aspetti che per forza devono essere migliorati. La strada è giusta, il lavoro va avanti ma ci vuole tempo e il tempo stringe. Dall’Atalanta in poi si farà sul serio. E a Bergamo manca solo una settimana.

Fonte: il messaggero

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