Eppure la Roma era partita bene, giocando un primo tempo convincente per una squadra che inizia ad avere una sua fisionomia, un gioco autonomo, ma soprattutto un’unità di intenti che può fare la differenza: tanto più in avvio di stagione. Dopo dieci minuti di marca nerazzurra nei quali la Roma ha fatto solo un blitz dalle parti di Handanovic con Fazio, la squadra di Di Francesco è cresciuta e ha iniziato a fare la partita sull’onda lunga creata dal palo di Kolarov a difesa nerazzurra battuta. Un minuto, poi arriva il gran gol di Dzeko. Palla meravigliosa di Nainggolan a scavalcare la difesa, stop a di petto e collo destro del bosniaco che inizia il suo terzo campionato con la Roma con un gol in casa: il cinquantesimo con la maglia della Roma. L’Inter accusa il colpo e in campo ora c’è solo la Roma che colpisce un altro legno con una fucilata dalla distanza di Nainggolan che sfila alla destra di Handanovic e si stampa sul palo. Così, come accade nelle migliori tradizioni, dopo un tempo di fatto dominato, la Roma prima del doppio fischio di Irrati trova il tempo di rischiare grosso il pareggio: ma Alisson è fantastico sulla botta da distanza ravvicinata di Icardi. Parata difficilissima, perché il portiere romanista non vede partire il pallone e va a coprire d’istinto l’area giusta.
La ripresa non cambia il tenore della gara è sempre la Roma a fare la partita con l’Inter che cerca di limitare i danni. Si salva per la terza volta con un palo che stavolta è colpito da Perotti migliore dei suoi. Ma è l’illusione prima della beffa, visto che pochi minuti dopo Icardi trasforma in gol la prima palla buona che gli arriva sui piedi: 1-1 e tutto da rifare. La Roma accusa il colpo ma prova a reagire El Shaarawydentro al posto di Defrel prova a scavalcare Handanovic in uscita ma Dalbert salva la porta. È il prologo della purga che arriva puntuale due minuti dopo l’ennesimo contropiede romanista e salvataggio in extremis della difesa nerazzurra. La firma è sempre quella di Icardi che sigla il 2-1 e uccide la Roma. Il 3-1 di Vecino fa solo tabellino e spiega a Di Francesco & Co. che la strada da fare è ancora tanta. Ma la direzione intrapresa è di certo quella giusta.
Fonte: il tempo