(A. Austini) – Stanco, ma felice. E convinto di aver fatto il massimo: Monchi chiude la prima campagna acquisti da direttore sportivo della Roma con il colpo Schick, strappato a Juventus, Inter e Napoli. «È l’ultima presentazione di un calciatore in questo mercato – dice seduto al fianco dell’attaccante in sala stampa – non arriveranno altri giocatori». Non è un bluff, casomai una scelta obbligata: la Roma avrebbe preso un difensore centrale, ma dopo l’acquisto del ceco non ha le risorse necessarie per prendere qualcuno più forte dei quattro già in rosa. DiFrancesco è ben felice di lavorare comunque su una super-squadra, sulla carta potenziata in tutti i reparti. «Ogni decisioni presa è stata analizzate insieme all’allenatore. Tutte le rose possono essere migliorate, anche il Barcellona di Cruijff o quello di Guardiola, ma – conferma Monchi a proposito di budget – bisogna avere gli strumenti finanziari per farlo. La Roma ha compiuto un grande sforzo per le proprie possibilità e sono soddisfatto. Non pienamente contento, perché sono un tipo ambizioso però mi do delle attenuanti: il mercato per l’estate successiva inizia a settembre e io sono arrivato qui a marzo-aprile. Il voto? Più che sufficiente, ma dovrò studiare ancora. E non dite che ho battuto Sabatini, non è una sfida tra me e lui». In un’intervista a Marca aggiunge che rispetto ai club che stanno spendendo cifre pazzesche su singoli giocatori «la Roma gioca un altro campionato. Non abbiamo questa capacità di spesa e non l’avremo a breve termine. Differenze con Siviglia? La copertura mediatica e sociale qui è molto più grande, il Siviglia negli ultimi 10 anni ha vinto di più, ma il livello delle esigenze dei due club è molto diverso: le esigenze dei romanisti sono altissime». Per tenerli «a bada» ha dovuto svenarsi per Schick, dopo un’estate passata a sognare Mahrez. Sull’algerino Monchi spiega che «non puoi comprare qualcuno se il suo club non vuole venderlo», poi svela «un piccolo segreto: il primo viaggio di mercato per la Roma lo ho fatto a Milano per Schick. Questo significa che Patrik è sempre stato una nostra ossessione». In realtà era tutto noto: il 24 maggio incontrò i procuratori, «ma in quel momento la Juventus era la prima opzione per Patrik». Sliding doors della vita, ora l’attaccante è qui e, astutamente, non mostra alcun rimpianto: «Non c’è differenza tra Juve e Roma – dice Schick – sono due club con grandi ambizioni». In giallorosso spera di avere da subito più spazio di quello che poteva concedergli Allegri, a prescindere dal modulo. «Non entro nella questione tattica – taglia corto Monchi – il mio ruolo è quello di dare i calciatori migliori possibili all’allenatore e lì inizia il suo lavoro». Oggi, prima di concedersi una breve vacanza, deve solo vendere. Dopo il Cluj, il Bari ha chiesto Gyomber in prestito, Vainqueur tra Marsiglia e Verona, su Tumminello è sfida Crotone-Cagliari (l’Atalanta si è defilata), con i calabresi favoriti mentre la preferenza del baby bomber va ai sardi. La Roma aveva anche provato anche a inserirlo nell’operazione Schick con la Samp. Dopo timidi sondaggi di Torino e Spartak Mosca, El Shaarawy resta, idem Emerson chiesto dal Liverpool: se ne riparlerà. Castan «è un caso diverso – chiude Monchi – se non troveremo un club gradito a noi e a lui, rimarrà». Ma poi si tratterà la rescissione.
Fonte: il tempo