(S.Carina) – Ancora una volta è toccato a Monchi fare chiarezza. E riportare un minimo di serenità dopo la ridda di voci, indiscrezioni e soprattutto bufale circolate negli ultimi giorni su Mahrez, capaci di esaltare e deprimere a fasi alterne la tifoseria romanista. Lo spagnolo lo ha fatto con la solita pacatezza, capace allo stesso tempo d’infondere quella tranquillità che la piazza necessita. Perché se il ds (giustamente) non si sbilancia più sulla trattativa con il Leicester, nel tracciare l’identikit del futuro esterno destro utilizza non a caso l’aggettivo «importante», volto a rassicurare un po’ tutti. In primis Di Francesco: «La situazione di Mahrez non è cambiata rispetto agli Stati Uniti – spiega lo spagnolo – Non so se sarà lui o un altro giocatore. Chi arriverà, sarà comunque importante. Porterà qualità e collaborerà con una squadra che è già magnifica». Poi l’ammissione, chiara ormai da qualche giorno dai nomi che sono stati accostati senza trovare smentita (Vazquez, Cuadrado), che la ricerca non segue più il dogma ‘mancino che gioca a destra’: «Più che il piede, che preferiremmo fosse mancino, ci interessa il profilo – aggiunge – Serve un esterno che non giochi solo sulla linea laterale ma che sappia accentrarsi. Potrebbe essere anche destro con questa caratteristica».
KOSTAS IN ATTESA – Ieri Monchi ha tracciato la linea da seguire anche sulla vicenda-Manolas. E le interpretazioni ottimistiche trapelate a caldo, vanno leggermente frenate. Il lieto fine non è escluso ma bisogna, anche in questo caso, aspettare: «Ho parlato con lui e gli ho trasmesso la nostra idea, che non è quella che ho detto pubblicamente. I tempi li detterà il club, lui ha fiducia nella società che ha dimostrato, vedi i casi Nainggolan, Strootman e De Rossi, dimeritarla. Si parte da una fiducia reciproca». Che non esclude però nulla fino al 31 agosto. La road map contrattuale è chiara: se non arriveranno offerte ritenute vantaggiose per il greco e per il club, a settembre si tornerà a parlare di rinnovo e di adeguamento. Non prima.
fonte: Il Messaggero