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Roma, Di Francesco dà lezioni private

(S.Carina) – Per una volta la sosta non gli porterà via tutti i nazionali. Perché tra i reduci dagli infortuni e le esclusioni eccellenti, Di Francesco ha a disposizione quattro elementi che potrebbero cambiare la stagione giallorossa: Karsdorp, Florenzi, Nainggolan e Schick.

ASSE A DESTRA – Con il mercato di mezzo, sinora si è parlato poco di calcio. E allora tanto vale ricordare quanto il tecnico professa a livello tattico: «Per trovare un varco – ha spiegato tempo fa in un incontro organizzato dall’Aic – c’è chi pensa sia meglio giocare sulla seconda palla e lanciarla lunga. Io no, voglio che si giri il pallone velocemente e nel farlo, il modo più semplice è agire sugli esterni, dov’è possibile creare la superiorità numerica». Gli esterni sono la chiave del suo gioco. Se nei tre davanti dovrà inventarsi qualcosa per Schick che, nonostante la buona volontà profusa a livello di dichiarazioni, rimane un attaccante centrale, Karsdorp e Florenzi potrebbero regalargli invece quello che cerca sulla destra. L’olandese che sale, Alessandro che copre. O viceversa. Un’asse che può diventare la chiave per scardinare le difese avversarie sia utilizzando il 4-3-3, il centrocampo a rombo o il 4-3-2-1. Più difficile con il 4-2-3-1 perché con Nainggolan arretrato, rimarrebbero fuori troppi mediani. Altro input tattico: «Amo la palla avanti in verticale per aggredire la profondità. Perché se mi schiaccio, e non ho uomini in zona a partire dal centrocampo, fatico poi ad attaccare». E qui entra in gioco Radja. Che rispetto alle prime uscite dove sembrava spaesato nel ritorno al ruolo di mezzala, contro l’Inter ha guadagnato molti metri dentro al campo, regalando l’assist per l’1-0 di Dzeko, colpendo un palo e sprecando un rigore in movimento per il 2-2. A dimostrazione che il primo a sapere come il belga sia più pericoloso quando può giostrare vicino all’area avversaria è proprio il tecnico.

FASE DIFENSIVA – Il problema da risolvere dunque non è tanto nel modulo, adattabile a seconda degli interpreti, ma la fase difensiva. Che non riguarda soltanto i difensori. È chiaro che avere più qualità negli interpreti permetterebbe, a volte, di ovviare agli errori di posizione del reparto. Ed è per questo che al netto delle cessioni (Gyomber verso il Cluj, per Castan c’è il Benevento ma è esiste l’ipotesi-rescissione, Vainqueur tra Bologna e Marsiglia, Tumminello richiesto dal Crotone) Monchi sta cercando un’occasione last-minute (Dragovic). Ma la fase difensiva parte dagli attaccanti. Non è un caso che con l’Inter, finché in campo c’è stato Defrel, il “vituperato” 4-3-3 ha retto. Il francese, infatti, raddoppiava sistematicamente su Perisic, permettendo a Juan Jesus di non andare in sofferenza. Compito non svolto invece da El Shaarawy con i risultati che conosciamo. Per questo motivo con Schick sarà difficile vedere la Roma schierata col 4-3-3 classico. Non dipende dai movimenti offensivi che il ceco, con il talento che ha, può imparare. Ma dalla fase difensiva, quella del non possesso, non avendo Patrik le caratteristiche a livello fisico per coprire l’intera fascia. Problemi tattici da risolvere. Da oggi, via libera alle prove.

fonte: Il Messaggero

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