(F. Viola) – È stato il primo colpo di mercato del DS Monchi, il giorno dopo aver ufficializzato Di Francesco sulla panchina giallorossa. “Hector Moreno era un mio obiettivo da tempo – le parole a caldo del Direttore Sportivo – e fortunatamente si sono create le circostanze perché potesse arrivare alla Roma. Si tratta di un difensore centrale con molta esperienza internazionale e che risponde perfettamente al profilo che stavamo cercando”. In poche parole la miglior presentazione per Hector Alfredo Moreno Herrera. Nato in Messico, classe ’88, ma con passaporto spagnolo.
Ad un mese dal suo arrivo, le prime sensazioni?
“Il mio primo mese da giocatore della Roma è stato molto positivo. Sto cercando di godermi questo periodo della mia vita e approfittare dell’opportunità che mi è stata data. Sono contento di essere venuto qua e di aver conosciuto tanti ottimi giocatori e tante belle persone. È stato semplice ambientarmi”.
Cosa le ha fatto scegliere la Roma?
“Il motivo principale che mi ha portato a scegliere la Roma è il fatto che sia una grande società, un club straordinario, conosciuto in tutto il mondo. E anche per il fatto che seguo la Serie A da moltissimo tempo, è un campionato che mi piace e la Roma in questi anni è andata vicino a vincere lo Scudetto. Per me sarebbe fantastico poter vincere qualcosa con questa maglia”.
Ha legato con i nuovi compagni? In squadra ci sono molti sudamericani.
“Ho un buon rapporto con i miei nuovi compagni perché oltre ad essere dei grandi giocatori sono anche delle ottime persone. Tutti mi hanno aiutato molto da quando sono arrivato, soprattutto i ragazzi sudamericani, gli argentini. Con loro è semplice trovare un’intesa, ma anche con gli italiani perché le culture sono simili e quindi è facile andare d’accordo. Per me, ovviamente, è facile comunicare con Fazio, Iturbe e Perotti, per via della lingua. Se ho dei dubbi dentro e fuori dal campo mi rivolgo a loro per sapere, ad esempio, in che supermercato andare a fare la spesa. Dopo un mese entri nella routine, ma all’inizio non è così automatico e loro si sono rivelati molto utili e disponibili”.
Che ne pensa del calcio che vuole proporre Di Francesco?
“Il sistema proposto da Di Francesco per me non è un problema, la cosa importante non è il fatto che si giochi con il 4-3-3 o il 3-4-3, bisogna innanzitutto imparare a conoscere i propri compagni, trovare la giusta chimica e la giusta intesa. Di Francesco ha il suo modo di intendere il calcio e di preparare le partite, ma sul campo la cosa importante è essere squadra, essere compatti e remare tutti nella stessa direzione”.
Quanto è difficile iniziare il campionato affrontando subito un avversario che parteciperà alla prossima Europa League?
“La gara contro l’Atalanta sarà complicata. Lo scorso anno sono stati la rivelazione del campionato e in questa stagione giocheranno in Europa. Ma credo che la Roma abbia le caratteristiche giuste e i giocatori giusti per vincere la partita e imporre la propria personalità, cercando di lottare su tutti i palloni e proporre un bel gioco. Spero quindi che potremo tornare a Roma con un buon risultato”.
Conosce qualche giocatore degli avversari?
“Il loro riferimento è il “Papu” Gomez, un giocatore straordinario. Ha fatto talmente bene che ha avuto anche l’opportunità di vestire la maglia della nazionale argentina. L’altro giorno, mentre eravamo in Spagna, ho guardato la partita contro il Valencia e c’era un giocatore che ero solito affrontare in passato, l’olandese Hateboer, un esterno nei cinque. Poi in attacco hanno due attaccanti di peso, di grande stazza, quindi sarà difficile. Mettono sempre tanta intensità, lottano su ogni pallone, si aiutano a vicenda, sono un’ottima squadra, molto coesa, sarà difficile per tutti affrontarla, lo sarà anche per noi. Ma con la qualità dei nostri giocatori potremo sicuramente tenergli testa”.
Qual è la sua qualità migliore in? E in cosa crede di dover migliorare?
“Posso migliorare sotto diversi punti di vista, non credo di saper fare tutto in maniera eccellente. Cerco di migliorare ogni giorno, dal trattamento palla alla visione di gioco, dalla velocità alla potenza. Sono sempre felice di parlare e confrontarmi con persone che possono aiutarmi a crescere. È qualcosa che cerco di fare da sempre, quella di migliorare giorno dopo giorno. Ma non mi piace parlare più di tanto delle mie qualità. Spero di poter dimostrare il mio valore quando scenderò in campo. Se devo individuare una cosa che credo di essere bravo a fare direi aiutare la squadra a costruire il gioco da dietro. Credo di poter essere utile a un allenatore come Di Francesco a cui piace il gioco offensivo e a cui piace che l’azione venga costruita da dietro”.
Cosa si prova ad essere il primo giocatore messicano a vestire la maglia giallorossa?
“Per me è un onore. Non ci sono stati molti giocatori messicani qui in Italia e alla Roma non c’era stato nessuno prima di me quindi questo mi inorgoglisce. Spero di essere un buon ambasciatore del popolo e del calcio messicano. Farò del mio meglio per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati”.
La Roma è conosciuta in Messico? Cosa conoscono i messicani della squadra giallorossa?
“Sì, la Roma è molto conosciuta in Messico, come lo è in tutto il mondo. Ovviamente tutti conoscono Totti, per tutti gli anni trascorsi con la maglia giallorossa. Quando c’è stata l’ultima partita di Francesco, ad esempio, in Messico ha avuto una grandissima eco e tutti ne hanno parlato. La Roma è una squadra molto importante ed è normale che tutti la conoscano almeno un po’”.
Ha avuto modo di conoscere i romanisti?
“Voglio ringraziare i tifosi della Roma per il sostegno che danno alla squadra e per quello che mi hanno dimostrato. Ho già provato sulla mia pelle l’amore e la passione passione per questa maglia. Si percepisce questa forte passione e non vedo l’ora di scendere in campo all’Olimpico. Farò tutto il possibile per mostrare loro la mia, di passione, e aiutare la squadra a raggiungere i traguardi che le competono”.
Fonte: As Roma Match Program