(E.Menghi) – Come una partita a poker, da cui nessuno vuole uscire sconfitto, ma giocata al tavolo del ristorante. L’Inter a cena, la Roma a pranzo: gli agenti riflettono sul futuro di Schick a pancia piena. I dirigenti giallorossi sono usciti col sorriso dall’incontro di ieri a Montecarlo, dove prima di prendere nota della (sfortunata) sorte in Champions League hanno provato a convincere l’entourage dell’attaccante che il destino migliore sia nella capitale. C’è un velo di ottimismo, ma soprattutto tanta prudenza, perché il pressing fatto a turno da Monchi e Baldissoni e da Gandini e Tempestilli potrebbe non bastare, visto che i procuratori Pavska e Satin preferivano il menù nerazzurro o quello bianconero. Almeno fino al pranzo di ieri, a cui la Roma si è presentata forte del sì della Samp, che ha già accettato la ricca offerta arrivata da Trigoria mentre ancora non si è accordata con Sabatini sulla formula dell’eventuale trasferimento. «Tutte le carte sono sul tavolo, tutti sanno qual è la situazione. I trasferimenti si fanno in tre», ha sottolineato Gandini.
I giallorossi hanno proposto all’attaccante un quinquennale da circa 2 milioni di euro l’anno e una cifra importante alla Samp: si tratterebbe di un prestito oneroso con obbligo di riscatto, ma con una formula più contorta che permette al club di Pallotta di non far pesare tutti i milioni (38 circa) sullo stesso bilancio. L’inserimento di Monaco e Psg alimenterebbe un’asta a cui la Roma preferirebbe non partecipare, ma nonostante ci sia anche la Juventus che si muove in sottofondo la vera sfida sembra proprio tra Monchi (il diesse spagnolo tiene aperte piste alternative e una porta a Munir) e Sabatini. Le loro mosse le hanno fatte, le carte sono in tavola e la mano più importante spetta al giocatore. La Samp fa il tifo per i giallorossi, che sperano di aver convinto anche l’entourage, e se a Trigoria da ieri c’è un pizzico di fiducia in più lo stesso non si può dire dalle parti di Milano.
fonte: Il Tempo