(L.D’Albergo) – Per James Pallotta, presidente giallorosso, non ci sono dubbi. In occasione dell’ultima uscita sul nuovo stadio della Roma, il patron a stelle e strisce si era sbilanciato: «La prima pietra? A febbraio». Un obiettivo ancora alla portata. Ieri la Regione ha annunciato che la conferenza dei servizi bis sul progetto rinnovato secondo i dettami del Campidoglio grillino partirà a settembre. L’ iter durerà al massimo 90 giorni. Tre mesi in cui proponenti e istituzioni dovranno trovare un accordo. Arrivare a una stretta di mano che per ora, però, non è scontata.
I pareri positivi degli uffici del Comune e della Città Metropolitana contengono una lunga serie di riserve da superare, così come quelli rilasciati dai ministeri e raccolti dal rappresentante unico del governo. Le richieste non mancano. Si va da 500 bici per il bike sharing ai possibili adeguamenti tecnici richiesti dal Viminale. Poi c’è l’ inghippo numero uno, lo scoglio del ponte di Traiano. Il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti è categorico: senza quell’attraversamento, il parere resterà negativo. Contrario anche se ieri il ministro dello Sport Luca Lotti («Il parere del governo è positivo») e il titolare delle Infrastrutture Graziano Delrio hanno cercato di ammorbidire la sentenza: «Abbiamo solo detto che c’è bisogno di avere una viabilità adeguata».
Così il Mit pretende la realizzazione del ponte di Traiano, quello che unirebbe lo stadio alla Roma-Fiumicino e che è stato eliminato dalla lista delle opere pubbliche assieme al taglio del 50 per cento delle cubature voluto dalla sindaca Virginia Raggi. Insomma, la partita è ancora tutta da giocare. «Le modifiche contenute nella delibera del Comune – ricorda l’ assessore regionale ai Lavori Pubblici Michele Civita – hanno un impatto urbanistico minore su Tor di Valle (da 345.000 metri quadrati a 212.000) ma, riducendo il costo di costruzione e gli oneri straordinari, diminuiscono anche le risorse per le opere pubbliche, da 196 milioni a 80. Per questo molte amministrazioni (Mibact incluso, ndr) segnalano con forza la necessità di rivedere opere ed interventi sulla viabilità». Possibili colpi di scena potrebbero allora essere dietro l’ angolo: non è escluso che al tavolo in Regione non spunti di nuovo fuori lo sfioccamento della metro B verso Tor di Valle.
fonte: La Repubblica