Il turnover — cinque giocatori diversi rispetto alla gara contro l’Atletico Madrid e cioè Florenzi/Bruno Peres, Fazio/Juan Jesus, Pellegrini/Strootman, Cengiz/Defrel e El Shaarawy/Perotti — ha pagato e le prestazioni più convincenti sono arrivate proprio da Florenzi, Pellegrini e da Cengiz, che a Roma chiamano già Er Turchetto e che sullo 0-0 ha colpito un incrocio dei pali con un bel tiro di destro.
Perla prima volta in stagione si è vista una squadra capace di attaccare su tutte e due le fasce e non solo a sinistra, tanto che Kolarov ha capito che non c’era bisogno di strafare e si è preso una specie di giornata di riposo fino all’assist per il 3-0 dell’amico Dzeko. Per la prima volta con la maglia da titolare si è visto anche Lorenzo Pellegrini ed è stato un bel vedere. Prodotto di un vivaio troppo spesso bistrattato – scrive il Corriere della Sera -, Pellegrini è stato prima mandato a Sassuolo e poi ripreso con una costosa ma benedetta recompra. Ha tecnica e fisico come pochi centrocampisti italiani, una specie di Gerrard in prospettiva. Vale anche per lui il discorso del comodo avversario, ma anche in Under 21 ha dimostrato di avere una marcia in più.
Di Francesco si è preso il lusso di far esordire a gara decisa anche Schick (che è andato al tiro dopo pochi secondi, proprio da attaccante) e Moreno. Se alla Roma riusciranno a sfuggire alla sindrome del complotto, che diventa anche più forte in occasione delle visite del presidente Pallotta, la squadra non può che crescere. La trasferta di Benevento, mercoledì, e l’anticipo di sabato prossimo con l’Udinese sono importanti proprio in vista della continuità del gruppo e delle scelte del tecnico.