(G. Lengua) – Non nasconde di aver un bel caratterino e quando vuole sfodera gli artigli per far male. Eusebio Di Francesco sveste i panni del bravo ragazzo e si leva più di un sassolino dalla scarpa, dopo tre giorni di polemiche per il pareggio con l’Atletico Madrid all’Olimpico. Il primo graffio è per Edin Dzeko, che nel post gara di Champions si è permesso di criticare il modulo e sottolineare l’assenza di Salah e Totti: «A volte a caldo si dicono cose che non si dovrebbero dire. Edin deve pensare a mettersi più a disposizione della squadra. Capisco che ha avuto poche occasioni e ha fatto fatica a segnare, però, ricordiamoci anche le partite che abbiamo avuto (Atalanta, Inter e Atletico ndc). Ha fatto uno sfogo sbagliato, ma so che è un ragazzo intelligente».
D’ALEMA, UNO E DUE Sistemato il bosniaco, Eusebio mette nel mirino Massimo D’Alema: l’ex presidente del Consiglio ha pronosticato un futuro nero per la Roma che, a suo dire, è destinata a lottare per non retrocedere. «Essendo un grande esperto di vittorie, quando mi servirà gli chiederò la possibilità di darmi dei consigli», ironizza DiFra. Qualche ora dopo D’Alema affida la sua controreplica all’Ansa: «Non ho fatto io quella battuta, è frutto di un montaggio scorretto. Qualche perplessità di inizio anno ce l’ho e l’ho espressa, ma sono tifoso della Roma e dunque anche del suo tecnico: sarò il primo ad essere felice se Di Francesco otterrà successi». Stoccate finite? Assolutamente no. Detto che stasera Florenzi giocherà titolare come esterno basso, Schick ancora non ha i 90’ nelle gambe e Karsdorp ha avuto un affaticamento muscolare che ha rallentato il percorso di riatletizzazione (rientro previsto per fine settembre come preventivato), Di Francesco lancia messaggi neanche tanto sibillini a squadra e società: «Non ho una rosa ampia al momento, non sono tutti al massimo della condizione. Nella tenuta mentale e fisica dobbiamo essere più bravi a giocare in verticale. Nel secondo tempo dell’Atletico è rientrata in campo una formazione che non riconoscevo, eravamo un po’ in balia dell’avversario e potevamo prendere gol in ogni momento. So bene che la squadra deve ancora crescere, ma il giocatore più in forma è Perotti che è con me da Pinzolo». Insomma, altro che artigli: Di Francesco si è trasformato in una macchina da guerra e se la prende anche con l’ambiente: «Abbiamo giocato 270’ di partite ufficiali e sono stati alzati polveroni insensati, ma io sono resistente».
Fonte: il messaggero