(G.Cardone) – Forse Ferrero ha un po’ esagerato, subito dopo la cessione di Schick alla Roma: «Patrik può diventare il nuovo Totti», disse euforico il presidente della Samp, noto tifoso giallorosso. Domani sera magari avranno modo di riabbracciarsi, Ferrero e Schick, prima o dopo la sfida di Marassi: il talento ceco affronta subito il suo recente passato, anche se probabilmente partirà dalla panchina. Ma insomma ci sarà, un sollievo per lui dopo un’estate trascorsa tra cartelle cliniche, trattative infinite e sospetti sul futuro. Il pallone, finalmente, da accarezzare con quel sinistro morbido che aveva conquistato anche Walter Sabatini: «Schick? Lo amiamo tutti», confessò quando l’Inter voleva acquistarlo dopo la rinuncia della Juve. Già, perché il 21enne attaccante, un gol ogni 127 minuti la scorsa stagione nella Samp (35 gare, 13 reti), a luglio era diventato un giocatore bianconero. Per 30,5 milioni, prezzo superiore perfino alla clausola rescissoria fissata a 25. Ma Allegri lo amava, esattamente come Sabatini.
Poi le visite mediche e l’improvviso stop: “Infiammazione al cuore conseguenza del tremendo stress di una stagione con 44 partite”, spiegò il manager Paska. Problema transitorio, risolvibile con 5 settimane di riposo, ma la Juve non si fida, vuole ridiscutere l’accordo: prestito, non più acquisto definitivo. Allora Ferrero fa finta di esultare: «Me lo riprendo e lo venderò al triplo». Sembra un bluff, però in effetti, nonostante i dubbi fisici, il prezzo sale: quando, dopo il periodo di riposo, Schick ottiene l’idoneità, il presidente della Samp è abilissimo a scatenare l’asta tra Inter (che trova anche l’accordo con il giocatore), Napoli, Psg e Roma. La Juve invece si tira fuori, altra mossa che sa di bluff e invece si dimostrerà reale. I nerazzurri sembrano vicini al traguardo, i sentimenti di Sabatini sono sempre più intensi, ma Suning non dà l’ok all’operazione e i giallorossi la spuntano con una comproprietà mascherata.
Sì, la formula di moda fino a qualche anno fa e abolita nel maggio 2014. La Roma verserà 22 milioni (tra prestito, riscatto obbligatorio e bonus facili da raggiungere) entro l’anno prossimo, ma assicura alla Samp il 50% dell’incasso in caso di cessione entro il 1 febbraio 2020, con un minimo garantito di 20 milioni, cifra dovuta anche se il giocatore resterà alla Roma dopo quella data. Fece qualcosa di simile la Lazio con il Genk per Milinkovic, solo che quest’estate la società biancoceleste ha versato altri 9 milioni (dopo i 6 del 2015) proprio per evitare di pagare al club belga il 50% della futura rivendita (una clausola permetteva questo “riscatto”): ora il serbo è tutto della Lazio. Al di là delle alchimie burocratiche, Schick non vede l’ora di debuttare con la maglia giallorossa: «Ha scelto la Roma – sottolinea l’altro manager Satin – perché ha più possibilità di giocare». Esterno nel 4-3-3o più vicino a Dzeko nel 4-3-2-1, per lui conta sentirsi di nuovo libero in campo. E fare il pieno d’amore, sì, domani a Genova. Anche se la sua partita del cuore, il giovane Patrik l’ha già vinta