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La Repubblica Dzeko non si lamenta più: la Roma alternativa ha trovato il nuovo leader

Kolarov e Dzeko

(F. S. Intorcia) Il fantasma del passato, quel precedente infausto e assai datato delle Forche Caudine, quando l’esercito romano fu accerchiato, costretto alla resa e spernacchiato dal nemico sannita alle porte di Benevento, ha aleggiato solo per qualche minuto sul destino della Roma, che poi ha vinto con le modalità e le proporzioni che era lecito attendersi, contro un avversario ancora a zero punti e con una sola rete segnata 435 minuti fa.

Stavolta la trasferta è nata sotto auspici diversi, con la visita mattutina del sindaco Mastella nel ritiro romanista: ha strappato un video a Totti per il proprio nipotino, dopo la foto virale con Lenny Kravitz. Quattro gol dei giallorossi di Di Francesco, due pali – sono già sei in stagione – e soprattutto Edin Dzeko protagonista di tutte le scene principali, al punto che avrà maledetto forse gli sventurati Venuti e Lucioni che gli hanno rubato il tempo e l’idea e hanno fatto gol nella porta sbagliata al posto suo. Sorride di nuovo, il bosniaco: solo dieci giorni fa brontolava e soffriva di nostalgia per i tempi in cui “giocavano tutti per me”. In verità giocano tutti per lui pure adesso, ha segnato 21 gol nelle ultime 21 gare di campionato, con 7 assist, ha punito una nuova avversaria di A (sono 22, ha risparmiato solo il Frosinone) e regalato alla Roma la nona vittoria consecutiva in trasferta: eguagliato il Milan di Capello, il primato è dell’Inter di Mancini (11). «Più gioco e più mi sento bene, non esistono partite facili e abbiamo dimostrato che non perdiamo punti contro le piccole », ha detto il centravanti, che poi ha mangiato con i compagni i tre chili di pasta offerti alle due squadre negli spogliatoi dallo sponsor del Benevento: prove di terzo tempo.

Senza Nainggolan e Schick, Di Francesco ha constatato la vastità delle alternative, la forza delle catene laterali, con la prepotenza di Kolarov e la freschezza di Bruno Peres, ha promosso a pieni voti il debutto di Gonalons e non ha perso l’aplomb quando gli hanno ricordato l’unico black-out della sua squadra, che ha subìto gol e lasciato punti solo nei venti minuti di follia contro l’Inter. È un buco temporale che impedisce alla Roma di ragionare da capolista virtuale, mentre porta a 25 le gare consecutive di campionato in cui va in rete e inquadra ormai un altro record (27, fissato nel 2006).

«Vi ricordo – ancora spiega il tecnico pescarese – che in quella partita abbiamo dominato per 70 minuti, segnato un gol, preso tre pali e guadagnato un rigore che magari c’era. Dimentichiamo gli altri 20, pensiamo alle risposte importanti che mi hanno dato i giocatori, ho visto degli atteggiamenti esemplari quando siamo andati a recuperare subito una palla persa. All’inizio eravamo da scudetto, dopo l’Inter sembravamo da quinto posto. Nel calcio e nella vita si vuole tutto e subito, il campo dirà la sua». Il Benevento, 10 gol subiti in quattro giorni, ha resistito metà tempo e sciupato con Cataldi il possibile vantaggio: Baroni, confermato almeno fino alla trasferta di Crotone, difende la sua idea di provare a salvarsi giocando a viso aperto, che ora sembra quasi un’eresia.

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