(F. Balzani) «Sognavo un debutto così». Non vedeva l’ora di dirlo Lorenzo Pellegrini, il ragazzo di Cinecittà cresciuto a Trigoria e “ricomprato” dalla Roma per 10 milioni la scorsa estate dal Sassuolo. Una cifra inferiore alla valutazione di uno dei centrocampisti più promettenti del calcio italiano. Lorenzo ha dimostrato sabato sera contro il Verona di essere ben più di una semplice alternativa a Strootman. «Volevamo tutti tornare a vincere – ha detto ieri a Roma Radio – Era importante dare un’impronta positiva e lo abbiamo fatto. Potevamo segnare anche di più ma è andata bene. Io mi sono trovato bene. A 4 o 5 anni andavo in curva con mio padre che era abbonato, per me è stata una emozione». Pellegrini guida una piccola comitiva di giovani in cerca di spazio. Gli altri due si chiamano Cengiz Under e Schick. Il turco sabato ha strappato applausi, il ceco ha finalmente esordito anche se avrà bisogno di qualche settimana prima di essere al top. «Under conosce benissimo il pallone ed è un ragazzo molto intelligente – lo promuove Pellegrini – si riesce tranquillamente a comunicare con lui. Il pallone è una lingua universale e quello ci aiuta. Florenzi? Una forza della natura».