(P. Liguori) Sono felice di aver creduto subito nella qualità del lavoro di Eusebio Di Francesco. In tanti oggi la riconoscono e alcuni si ricredono da giudizi troppo affrettati. Ha vinto di misura a Bergamo, ma era soccombente e fortunato. Ha vinto largamente col Verona, ma era troppo facile. L’ultima, a Benevento, per alcuni una passeggiata. Possibile che nessuno abbia notato la crescita degli uomini e del gioco di squadra?
Adesso, a fare la somma, si scopre che nelle prime quattro partite ha fatto più punti di Spalletti, pur perdendo con l’Inter, ma anche questa è un’osservazione superficiale. La sostanza è che la condizione dei giocatori è cresciuta, partita dopo partita, anche se gli infortuni fanno ancora sentire il loro peso. Intanto, il recupero di Florenzi e la grande conferma di Pellegrini sono ottimi risultati dell’allenatore che può schierare un centrocampo variabile di pari efficacia. Tre romani e tre stranieri di uguale valore, più Gerson di riserva, confermano la solidità del reparto principale e anche in attacco Dzeko guida un reparto con molte soluzioni. Ma è in difesa che bisogna registrare il successo maggiore del lavoro di Di Francesco.