Nei suoi piani sarebbe dovuto essere il giorno del golpe, cioè dell’elezione, con il vecchio regolamento, di Marco Brunelli. Per Claudio Lotito è stata invece la giornata che ha segnato la fine del suo impero. All’unanimità i 19 club presenti (il Chievo aveva già lasciato il tavolo) ieri hanno approvato le linee guida vincolanti del nuovo statuto, recependo le indicazioni della bozza approntata dal commissario Carlo Tavecchio e dal vice Paolo Nicoletti. La nuova governance quindi sarà all’insegna dell’indipendenza e della snellezza. I poteri (ora in capo all’assemblea) passeranno al Consiglio di Lega formato da 7 elementi: 3 figure indipendenti, presidente, amministratore delegato e direttore generale, e 4 espressione di club. Un ruolo chiave per lo svolgimento dei colloqui e per trovare una sintesi tra posizioni inizialmente contrapposte lo ha avuto il presidente del Torino Urbano Cairo, fermo nel proposito di opporsi alla figura del presidente ponte (cioè Brunelli), in attesa di nuove elezioni tra tre mesi. Convinto che la serie A, per restare al passo dei più ricchi e competitivi campionati europei (Premier e Liga), debba avere una conduzione manageriale e cogliere al volo l’occasione per modernizzarsi, Cairo ha spinto per compiere subito il primo passo verso la riforma della governance. L’elezione di un presidente «fantoccio» sarebbe quindi stata nefasta e avrebbe solo significato perdere altro tempo. Ha così stoppato il tentativo di Lotito di integrare la bozza dello statuto con delle modifiche, che il presidente della Lazio aveva preparato. Fra 20 giorni il nuovo statuto verrà approvato, poi si potrà procedere al rinnovo delle cariche. Nello statuto verrà certificata la presenza del paracadute, con relative quote.
Fonte: corriere della sera