
(F.Ferrazza) – Quattro delle cinque partite fin qui disputate dalla Roma, Champions compresa, sono finite con la porta inviolata. E chissà in quanti erano davvero pronti a puntare su un Alisson subito così decisivo, stretti dal timore che il dopo-Szczesny sarebbe stato più traumatico. Solamente con l’Inter i giallorossi hanno subito gol (tre), tutti insieme, poi contro Atalanta, Verona, Benevento e Atletico, il passivo è rimasto a zero. «È un momento speciale per me — spiega soddisfatto il portiere brasiliano a Trs — sono contento delle mie parate, ma anche di quanto sta facendo la difesa e tutta la squadra». Un andamento del genere sfata l’idea di un Di Francescostrettamente zemaniano, allenatore al contrario duttile e talmente intelligente da capire come in questo momento storico la sua Roma debba stare attenta e curare di più la fase difensiva. Un processo necessario per diventare sicuri di sé, e poi permettersi di lasciarsi andare maggiormente in attacco. Merito di quest’insperata solidità è anche del centrocampo, del sacrificio dei mediani, che rappresentano il vero punto di forza romanista.