(A. Austini) – Peggio del previsto. La Roma si appresta a chiudere un altro bilancio consolidato in perdita: 42.6 milioni di rosso nei conti allo scorso 30 giugno che il cda approverà il 4 ottobre per sottoporli poi all’assemblea dei soci in programma il 26 ottobre, dove il piatto saliente sarà l’aumento di capitale da 120 milioni già deliberato. Ha di nuovo bisogno di «ossigeno» una società che continua a costare troppo per quanto riesce a ricavare. Se si pensa che la perdita è triplicata rispetto al precedente esercizio (-14 milioni) nonostante le tre plusvalenze realizzate con le cessioni di Salah, Rudiger e Paredes siano state contabilizzate prima della chiusura del bilancio, significa che il club è ancora lontano da quell’equilibrio inseguito dagli americani e trovato da anni dalla Juve grazie a ricavi saliti sopra i 500 milioni. Basta non giocare la Champions come successo l’anno scorso, il fatturato scende a circa 180 milioni ed ecco che la Roma va in sofferenza. Nessun allarme, sia chiaro. La società è convinta di non ricevere sorprese quando a ottobre sottoporrà il bilancio all’esame dell’Uefa, che non considererà tra i costi una serie di spese «virtuose». Il -45 da realizzare in tre stagioni è stato raggiunto lo scorso anno, il prossimo step da rispettare è il break-even nell’esercizio in corso, che sarà di nuovo «curato» dagli introiti Champions. L’aumento di capitale servirà invece a garantire solidità, anche se dei 120 milioni massimi previsti, 90.5 sono già entrati in cassa attraverso i versamenti della proprietà. In caso di totale sottoscrizione, la Roma destinerà i rimanenti 29.5 milioni alla copertura dei fabbisogni, considerando che la posizione finanziaria netta al 30 giugno era negativa per 192.5 milioni è il patrimonio netto a -89.5.