Sono stato settimane, mesi, a trapanare la bella testa del mio amico Rudi Garcia con il nome di Alisson Becker. «C’è un grandissimo portiere a Porto Alegre, mister, si fidi, si documenti». Alisson arriva a Roma. Deglutisce amaro ma dignitoso il «rospo» polacco e l’amore a prova di bomba che Lucio nutre per lui. Aspetta il suo momento. Arriva questo momento e ora tutti sanno chi è Alisson.
Alisson è la nemesi storica di Angelo Peruzzi. La sua evoluzione. È lui, venticinque anni dopo. Stessa corpulenza esplosiva da cinghialone con le molle, stessa presenza scenica tra i pali, ma tredici centimetri più alto.
fonte: Il Corriere della Sera – G. Dotto