(D.Luciani) – Personalità e qualità. Attenzione e velocità. C’è mancato davvero poco e sarebbe stata una grande impresa che avrebbe potuto significare il passaggio agli ottavi di Champions League. La Roma va più vicina che mai all’impresa in terra d’Albione spaventando di brutto il Chelsea di Antonio Conte. Alla fine a Stamford Bridge è 3-3 in una delle partite più belle giocate sin qui. Neanche il doppio vantaggio di David Luiz e Hazard stende i giallorossi, padroni del campo per tutti e novantacinque i minuti.
La personalità e la qualità di giocatori come Kolarov, Nainggolan, Dzeko e Perotti trascinano i giallorossi, praticamente in nove in campo dato che Bruno Peres è nella serata “prego, si accomodi” per ogni avversario e davanti a lui gioca Gerson, anche stasera oggetto non identificato, leggermente cresciuto a livello muscolare ma niente di più abulico con la palla tra i piedi. Dopo diciotto mesi, è lecito definirlo un autentico bidone da 18 milioni. Altro che clausola-Pallone d’Oro…
Nonostante la doppia inferiorità numerica (perché non Under nella sua posizione naturale invece di Gerson fuori ruolo? P.s.: domanda nella domanda: qual è il suo ruolo?), i giallorossi tengono più del 60% di possesso palla, costantemente con i piedi nella metà campo inglese.
Conte lascia fare la partita alla squadra di Di Francesco, schierando una squadra molto simile alla sua Juve: 3-5-2 con sei difensori puri – Zappacosta, Azpilicueta, Christensen, Cahill, Alonso più David Luiz schierato regista -, il mediano Bakayoko e Fabregas libero di lanciare i contropiedi di Morata e Hazard. Proprio il duo d’attacco confeziona il raddoppio, con la deviazione ausiliare di Fazio sul tiro dello spagnolo, dopo il vantaggio di David Luiz con un tiro dai 20 metri. Per la Roma poca attenzione nelle marcature, soprattutto preventive, e scarsa velocità nel ricompattarsi.
Kolarov non ci sta e decide di devastare la fascia destra inglese e la porta di Courtois: Zappacosta e Azpilicueta asfaltati in velocità e sinistro devastante che si insacca, con deviazione, sotto la traversa, 2-1. Al rientro dagli spogliatoi non cambia il leit motive della partita: Roma a far gioco e Chelsea a difendere e ripartire.
Il gol del pareggio è un’autentica prodezza di Edin Dzeko che festeggia nel migliore dei modi la 100esima presenza con la maglia della Roma: lancio di Fazio da metà campo e sinistro al volo appena dentro l’area che fulmina Courtois, 2-2. Neanche il tempo di finire di gioire che Dzeko fa esplodere nuovamente il settore dei tifosi romanisti: punizione in area di Kolarov e tuffo vincente del bosniaco che anticipa tutti, 2-3.
Proprio quando le gambe stavano per abbandonare i giallorossi, la rimonta è completa. Il calo di energie e tensione è dietro l’angolo però e il fresco Pedro lo sfrutta subito: discesa indisturbata sulla destra e cross per Hazard, uno dei più piccoli in campo, che di testa batte Alisson incornando tra Fazio in ritardo e Juan Jesus disattento, 3-3.
Un pareggio ottimo a livello di classifica e ancor più positivo per la prestazione di fronte ad una squadra straordinaria. Le assenze hanno pesato da una parte come dell’altra: se a Conte mancavano Kante, Moses e Drinkwater, Di Francesco non ha potuto contare su Manolas, Karsdorp, Palmieri, Schick, Defrel oltre ai quattro nazionali italiani Florenzi, De Rossi, Pellegrini e El Shaarawy non in buone condizioni. Tranne il capitano giallorosso, gli altre tre sono entrati ma avevano davvero pochi minuti nelle gambe. Il recupero dell’intera rosa appare fondamentale per i prossimi impegni dei giallorossi, in un calendario fitto e nel quale non si può più perdere terreno.
P.p.s.: grazie Qarabag <3