Diego. Cecchino dagli undici metri, aveva faticato a digerire l’errore, ininfluente, contro l’Udinese, ma aveva assicurato: «Il prossimo lo tirerò io». Detto, fatto: baci, abbracci, sorrisi e tre pesantissimi punti, scrive la Gazzetta dello Sport.
«Altre volte avremmo pareggiato o perso partite del genere – spiega l’argentino –, invece questa l’abbiamo portata a casa ed è molto importante perché se perdi punti in queste casi poi a fine campionato lo accusi». Per lui è un periodo d’oro: la seconda paternità, la fiducia (totale) di Di Francesco, che appena può lo schiera, e anche la convocazione, sei anni dopo l’ultima volta, con la nazionale. Mancava solo ritrovare la precisione con i suoi rigori (otto gol degli ultimi nove sono arrivati dagli 11 metri), stavolta con una rincorsa più rapida: «Non potevo sbagliare di nuovo, ho calciato in modo diverso perché non posso farlo sempre allo stesso modo. Questo gol è servito alla Roma per vincere e a me per sbloccarmi».