(M. E. Vincenzi) Sono stati tutti perquisiti dagli agenti della Digos e del commissariato Prati, i tredici indagati per la vicenda dell’affissione degli adesivi con Anna Frank in maglia giallorossa. Dodici maggiorenni e un minore ai quali la polizia ieri, con in mano un decreto firmato dal procuratore aggiunto Francesco Caporale, ha bussato a casa per cercare tracce del loro coinvolgimento in questa vicenda. Anche se l’identificazione, avvenuta grazie alle telecamere che sorvegliano lo stadio Olimpico, è stata fatta con cura e non lascia dubbi sulla loro identità.
La questura ha anche notificato loro anche l’informazione di garanzia, sono tutti indagati per istigazione all’odio razziale, e il daspo, provvedimento che vieta la partecipazione ad eventi sportivi, firmato dal questore, Guido Marino. Di queste 13 persone, sei fanno parte del gruppo ultrà degli “Irridubili”. Si tratta dei primi 13 provvedimenti firmati dal numero uno della polizia capitolina, al quale ne seguiranno probabilmente altri: gli identificati, infatti, sono 20, di cui tre minori, due diciassettenni e un tredicenne (come tale non imputabile). Le posizioni dei due 17enni sono già state trasmesse alla procura dei minori, ma il divieto di andare allo stadio vale anche per loro. Dei daspo emessi, undici sono di cinque anni (i soggetti non hanno precedenti); uno di cinque anni con l’obbligo di firma perché il soggetto, tale Fabrizio Dessy, 53enne, aveva appena finito di scontare analogo provvedimento lo scorso anno. E poi c’è Franco Costantino, romano classe 1971, con una serie di precedenti e tre diversi daspo in passato: per lui il questore, oltre a negargli la partecipazione alle partite, ha disposto l’obbigo di firma per 8 anni. Nel corso delle perquisizioni, i poliziotti hanno trovato sia materiale da ultrà, in particolare del gruppo degli “Irriducibili”, sia prove di appartenenza a contesti politici di estrema destra. E anche i profili Facebook di alcuni degli indagati rivelano simpatie politiche di quel tipo. Foto e frasi che inneggiano a “braccia alzate” in stile fascista e si rivolgono agli amici “camerati” ce ne sono parecchie.
E’ il caso del profilo di Luca Ciano, 19 anni, di Anzio, soprannome “bandierina”, responsabile locale di Lotta Studentesca. Che ieri, evidentemente dopo aver ricevuto la visita della digos, aveva scritto un post: «Cinque anni non fermeranno il mio disperato amore! Ci vediamo nel 2022. Avanti laziali!». Qualche ora dopo, ben lontano da qualsiasi forma di pentimento, il giovanissimo postava una canzone dal testo abbastanza eloquente che, peraltro, riportava in parte: «Salve, buongiorno, apra il portone: ho un mandato di perquisizione, Mi spiace tanto, ma lei è indagato, deve seguirmi dal magistrato…Entra pure che mi fai pena, entra pure servo del sistema, ma non sperare di vedermi strisciare o di vedermi piagnucolare, io lo so bene qual è il mio diritto: soltanto quello di restare zitto. Ma voglio dirti solo una cosa: “Contro di voi nessuna resa!”». Molti i post di questa settimana, tra cui anche uno in cui scrive: «Vi state indignando per un adesivo di una ragazzina che non è nemmeno mai esistita. Voi siete i vermi insieme a tutta la comunità ebraica». La polizia sta continuando le indagini per individuare anche altri responsabili. Anche a loro, non appena i loro nomi verranno comunicati a piazzale Clodio, il pm contesterà il reato di discriminazione e incitamento all’odio razziale.