(D.Luciani) – Il poker calato a Baku non era abbastanza. Sulla ruota di Milano è uscita la cinquina della Roma. Una vittoria pesante che zittisce tutte le male lingue alternatesi da inizio stagione e che, soprattutto, manda un chiaro segnale alle pretendi Scudetto: lassù vuole e merita di starci anche la Roma di Di Francesco.
I giallorossi sbancano San Siro con i gol di Dzeko e di Florenzi. Due urli liberatori, il secondo con qualcosa più del primo perché serve a sbattere la porta in faccia alla sfortuna e agli infortuni. La “trottola” romanista è tornata e sa sempre pungere, anche nel “vecchio” ruolo di esterno alto. Le reti però sono state solo i diamanti incastonati in una partita importante, fatta di attenzione e concentrazione, di reparti corti e contrasti vinti. Perfino di testa da El Shaarawy. Il Milan di Montella è stato avversario degno per più di un’ora, tutto da registrare in difesa – dove Bonucci va a spasso – ma sempre pronto a far male con Kalinic e André Silva: il portoghese ha forza, velocità e tecnica, se crescerà in mentalità ed esperienza potrà diventare un grande giocatore.
Al momento però c’hanno pensato Manolas e Fazio (23 respinte totali) a disinnescarli, con uno splendido De Rossi davanti a pilotare la squadra. Come da richieste di Di Francesco, la Roma è rimasta equidistante tra i reparti, permettendo raramente al Milan di trovare spazio alle spalle dei difensori centrali. Sempre molto veloce la squadra nel riprendere le posizioni una volta terminata l’azione offensiva.
Peres si è limitato ad un paio di discese per tempo mentre Kolarov ha trovato spesso la strada sbarrata da un Borini formato tornante. Kessie e Calhanoglu non hanno trovato spazi per gli inserimenti, costretti sempre a guardarsi le spalle da Nainggolan e Pellegrini, ottimo nel sostituire alla mezzora del primo tempo l’infortunato Strootman.
Proprio le mezzali giallorosse sono state decisive nelle azioni offensive più importanti, gol compresi: nella rete del vantaggio è stato Pellegrini a recuperare un pallone a metà campo e a trasformarlo in oro con un cambio di passo imprendibile nella metà campo avversaria. Pallone scaricato al limite per Dzeko che, grazie anche all’appoggio di Nainggolan, ha potuto prendere la mira per battere Donnarumma. Gioco di sponda su Romagnoli e 0-1. Un gol che per preparazione ed esecuzione ha ricordato il miglior Batistuta.
Il raddoppio è giunto grazie al tempismo perfetto nell’occupazione dello spazio creato: El Shaarawy è arretrato lasciando spazio sull’esterno, Dzeko si è allargato andando a ricevere il lancio dalle retrovie. Il bosniaco ha protetto la palla da Bonucci e intanto ha visto l’inserimento di Nainggolan alle spalle di Biglia. Il potente sinistro del belga è respinto corto e male da Donnarumma, lasciando il pallone lì per il tap-in fulmineo di Florenzi. Esultanza con abbraccio quasi commovente con i compagni, 0-2 e quarto d’ora finale da passare indenne.
Un aiuto è arrivato da Calhanoglu: fallo da dietro su Nainggolan ripartito ancora una volta con uno strappo dei suoi e secondo giallo inevitabile per il turco. Con l’uomo in più, la Roma ha gestito sapientemente il pallone chiudendo con ben nove minuti e mezzo di possesso palla negli ultimi quindici. La sfuriata del Milan è passata in apertura di ripresa, quando Alisson ha disinnescato una botta in mischia di Bonucci e una girata ravvicinata di Kalinic. Bene anche Gerson, prezioso sia copertura che nel possesso entrando subito dopo lo 0-2.
Un risultato che vale la decima vittoria esterna consecutiva in campionato e la gara n°27 di fila a segno: eguagliato il record societario arrivato nel 2006. Due punti recuperati sulla Juventus, fermata a Bergamo, dove la Roma è stata l’unica squadra a passare nelle ultime 15 partite.