(K. Karimi & A. Papi) – Ecco le pagelle assegnate ai calciatori di Chelsea e Roma scesi in campo stasera per la sfida di Champions League:
-CHELSEA-
Courtois 6.5; Azpilicueta 5, Christensen 5.5, Cahill 6; Zappacosta 5.5 (Rudiger 6), Fabregas 6, David Luiz 7 (Pedro 5.5), Bakayoko 5.5, Alonso 6; Hazard 7.5 (Willian s.v.), Morata 4.5. All. Conte 5
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-ROMA-
Alisson 6,5 – Incolpevole su tutti e tre i gol del Chelsea, tiene sempre alta la posizione per giocare in uscita e con i piedi. Concentrato quando il momento lo richiede, nonostante il risultato appare meno impegnato del solito.
B. Peres 4,5 – Quando salgono i ritmi e le categorie tutti i problemi vengono a galla. Per calcare certi palcoscenici servono altre qualità (fisiche, tecniche, tattiche, ecc…). Bocciato su tutta la linea.
Fazio 6,5 – Peccato per qualche sbavatura generale in area di rigore, ma negli occhi rimane l’assist perfetto stile-Bonucci per il momentaneo 2-2 di Dzeko. Sulle palle aeree non ha rivali e conferma di essere ancora indispensabile e perno dominante della difesa romanista.
J. Jesus 5 – Stesso discorso fatto per Peres, con avversari di certa caratura va troppo in apnea e commette troppi errori dal punto di vista tecnico. Ha sulla coscienza almeno due gol: clamoroso l’appoggio sbagliato su David Luiz e palese la marcatura a vuoto sul 3-3 di Hazard.
Kolarov 7 – Partita di uno spessore diverso e superiore alla media dei compagni. Il gol segnato è da grandissimo giocatore, così come l’assist su punizione per il terzo sigillo di Dzeko. Macchia leggermente la prova con un’imperfezione tattica sul pareggio definitivo.
Gonalons 6 – La Roma in fase di possesso gioca nettamente meglio col francese in campo, la manovra è fluida e l’ex Lione è rapido a smistare a due tocchi come vuole Di Francesco. Concede ancora troppo in fase di non possesso, anche se la prestazione complessiva è ampiamente sufficiente. Gerarchie in mezzo da rivedere.
Nainggolan 6 – Si divora il gol del possibile pareggio a botta sicura, per poi girare a vuoto per il resto del primo tempo. Dà la sensazione di perdere troppe energie senza mai entrare nel vivo del gioco. Con la fascia al braccio ci si aspetta sempre qualcosa in più.
Strootman 5,5 – Andamento lento, difficile chiedergli di più dal punto di vista atletico dopo la lunga inattività. Intensità da vendere nei suoi 80 minuti, ma appare ancora lontano dai guizzi e dalle intuizioni a cui ci aveva abituato. Dal 83′ Florenzi s.v.
Gerson 6 – Riproposto quasi ad un anno di distanza nel tanto discusso ruolo da esterno destro offensivo che lo rese quasi una barzelletta lo scorso campionato. Il brasiliano si fa trovare pronto, con una partita coraggiosa e di sostanza. Non dispiace nella gestione e la protezione del pallone, difficile aspettarsi di più. Finalmente un valore aggiunto nella rosa. Dal 74′ Pellegrini 6 – Si adatta a giocare alto a destra dando una mano a centrocampo, senza infamia e senza lode.
Dzeko 9 – Al di là dei numeri rispetto alle critiche dello scorso campionato bisogna tutti rivedere i giudizi e fare un passo indietro. Siamo davanti ad un bomber vero, tra i migliori della storia della Roma. Due palloni toccati sotto porta e due gol di pregevolissima fattura. Il primo da sigla TV, il secondo da rapace d’area piccola. Senza dimenticare il lavoro oscuro tra sponde e sportellate prezioso per far salire la squadra. Non tira il fiato da inizio stagione, ma appare impossibile rinunciare al proprio ‘Re Mida’.
Perotti 6,5 – Le macchie sono le quattro conclusioni da posizione pericolosa spedite in bocca al gigantesco Courtois. Da rivedere in fase conclusiva ma i suoi strappi sono un valore costante di questa Roma. Finisce stremato dopo il duello stravinto con Azpilicueta con la convinzione di aver ritrovato una buona condizione atletica. Dal 88′ El Shaarawy s.v.
All. Di Francesco – Sembra aver trovato le risposte che voleva dalla sua Roma. Manovra fluida e tante occasioni create nella zona offensiva. Paradossalmente viene condannato dagli errori dei singoli, ma tatticamente esce palesemente vincitore nel duello a distanza con Conte. Accusato di essere integralista dimostra sempre di saper cambiare, aggiungendo un centrocampista in più e rendendo il suo 4-3-3 fintamente dogmatico più spurio e imprevedibile.
GGR