(F. Viola) – Sono passati poco più di tre mesi dal giorno in cui Cengiz Ünder è atterrato a Fiumicino. Era il suo compleanno, il suo ventesimo compleanno. Un po’ alla volta, giorno dopo giorno, si è ambientato in una realtà molto diversa dalla Turchia, dove lo scoglio più grande è non conoscere la lingua. Questa è la sua prima intervista da quando è giallorosso, la prima occasione per conoscere Cengiz da vicino…
Contro il Crotone è sceso di nuovo in campo all’Olimpico dal primo minuto: come procede il suo ambientamento con i nuovi compagni di squadra e con il nuovo allenatore?
“Per la terza volta sono partito titolare dal primo minuto. Sono molto contento. Ho ancora problemi con la lingua, ma il mister mi sta aiutando moltissimo. Lavoro duro in allenamento per potermi inserire al meglio nei meccanismi di squadra. Segnare il primo gol è sempre complicato, con il Crotone ho avuto delle occasioni buone per segnare, ma non è andata bene. Spero di fare gol il prima possibile, potrebbe essere la svolta per me e potrebbe essere il primo di tanti”.
Che emozione si prova a giocare allo stadio Olimpico?
“La tifoseria della Roma è una tifoseria storica e molto numerosa e questo mi entusiasma. Mi piacerebbe giocare molti anni per questi tifosi e con questa maglia. Credo che più spazio avrò e meglio potrò esprimermi, ho solo bisogno di più minuti”.
Un bilancio del suoi primi quattro mesi alla Roma?
“Di questi quattro mesi i primi due sono stati difficili. Non sono abituato a stare da solo e a vivere da solo. Qui invece mi sono trasferito da solo. È stata dura ma mi sto abituando. Ho iniziato a conoscere i miei compagni e giorno dopo giorno andrà sempre meglio”.
Che differenze ha trovato nel calcio italiano rispetto a quello turco?
“Qui in Italia la disciplina è molto importante. In entrambi i campionati si gioca un calcio molto fisico. Ma forse quello italiano è un po’ più duro… All’inizio non è stato facile per me, sopratutto nella mia partita, contro il Benevento, nel secondo tempo ero un po’ in difficoltà. Ma in fin dei conti non credo siano molte le differenze, ovviamente in Italia c’è più qualità”.
Di Francesco sembra parlare molto con voi giocatori durante gli allenamenti, a lei dice qualcosa in particolare?
“Il mister si confronta con tutti i giocatori e parla molto con noi. Nei primi due mesi non riuscivo a capire molto e il mister si aiutava nelle spiegazioni con i gesti, ma oggi con l’italiano me la cavo meglio, e se capisco meglio il mister i risultati si vedranno sul campo”.
Dall’esterno il vostro sembra un gruppo molto unito…
“È vero, già dal primo giorno i compagni sono stati tutti molto disponibili. Passiamo molto tempo insieme e io provo a parlare sempre di più”.
È ancora molto giovane, c’è qualcosa che sente di dover migliorare sotto il profilo tecnico-tattico?
“Ho 20 anni e ci sono tantissime cose dove migliorare. Devo abituarmi ai tempi del calcio italiano e devo lavorare di più per rinforzare il mio fisico, poi il resto verrà da sé”.
Secondo lei dove può arrivare la Roma in questa stagione?
“Lo scorso anno la Roma è arrivata seconda e questo deve essere l’obiettivo minimo. Ovviamente puntiamo allo scudetto ma vogliamo innanzitutto qualificarci direttamente alla Champions League”.
Quali sono i suoi obiettivi personali, invece?
“Essere alla Roma è un sogno che si realizza. Voglio indossare questa maglia per molti anni perché la Roma è una squadra grandissima”.
Un anno fa c’è stato il suo esordio con la nazionale maggiore.
“Quando giocavo in Turchia il mio obiettivo era arrivare alla maglia della nazionale, e poi passare di livello in un top club. Sono contento di averli realizzati entrambi”.
Come mai hai scelto la Roma?
“Quando il mio agente me lo ha detto,ho scelto senza pensarci due volte: è una società con grandi obiettivi”.
Cosa le ha detto Salih Uçan prima di venire a Roma?
“Mi ha detto che la Roma è una grande società con un progetto importante ma questo lo sanno tutti. Mi ha dato tanti consigli pratici su dove prendere la casa, dove andare a cena… e mi ha detto di imparare il prima possibile la lingua italiana”.
C’è un compagno che l’ha stupito per quanto è forte?
“Sarebbe difficile fare un nome solo, qui ci sono tanti campioni e li conoscevo già quando giocavo nelle giovanili. Ero tifoso di Totti, ma purtroppo si è ritirato e non potremmo giocare insieme. Lui è l’unico nome che mi sento di sottolineare”.
Ha avuto modo di visitare Roma, qual è il monumento che le è piaciuto di più?
“Vado spesso in giro, mi piace Piazza di Spagna, Fontana di Trevi e il Colosseo…”.
Prima di salutarci cosa vuole dire a Karsdorp, per lui un nuovo infortunio proprio il giorno del rientro contro il Crotone?
“Era un mese che ci allenavamo di nuovo insieme a lui. Era appena rientrato da un infortunio e non ci voleva proprio per lui averne un altro. Spero torni il prima possibile ad allenarsi con noi”