
Nella sala stampa di Trigoria scatta la conferenza pre-partita di Eusebio Di Francesco, che anticipa oggi i tempi del derby Roma-Lazio, previsto per domani alle ore 18.
Lei ha vissuto il derby da calciatore. Come lo vivranno i 3 romanisti ‘azzurri’ dopo la delusione del Mondiale?
“Mi auguro per loro sia la possibilità per rifarsi, mettendo rabbia e orgoglio specialmente per i calciatori di Roma”.
Come ha ritorvato i nazionali? Nainggolan e Schick?
“In generale tutti in buone condizioni, anche se il gruppo intero l’ho avuto solo da ieri. Nainggolan tra oggi e domani decideremo se sarà disponibile, Schick non sarà convocato, fa un percorso graduale. Rientrerà con la squadra quando riferirà di star bene”.
Domani torna il grande pubblico all’Olimpico: un messaggio per chi andrà allo stadio?
“Lo sport deve unire e non dividere, poi che mi auguro che vincerà la Roma è sicuro. Mi ha colpito l’affetto delle tifoserie di tutta Italia per il decennale della morte di Gabriele Sandri. Mi auguro civiltà e che vinca la Roma”.
Cambia qualcosa da un punto di vista emotivo sulla partita?
“Non è mai una partita come le altre, per me sarà dura viverla dall’inizio. Il calciatore può mettere in campo la rabbia, l’allenatore dipende più dagli altri. Sarà bellissimo, sono contento di potermela giocare tra 2 squadre che stanno bene”.
Cosa o chi deve temere la Roma dell’avversaria?
“La Lazio ha fatto tanti punti e crea sempre difficoltà, hanno qualità e sanno ripartire nell’immediatezza, con dei giocatori come Immobile che sa attaccare la profondità. Anche con la Svezia è stato il più pericoloso nel primo tempo, noi ne dobbiamo tenere conto. E’ l’arma in più della Lazio per i 14 gol fatti e i 6 assist”.
L’uomo più atteso è l’ex Kolarov: come lo sta vedendo alla vigilia?
“E’ tranquillo, ieri mi sono fatto male al ginocchio e lui mi ha preso in giro. Ha grande personalità, l’affronterà nel modo giusto”.
Derby d’alta classifica, quanto inciderà sulle prospettive?
“Incide ma la tolgo dalla classifica, mi piace viverla come una sfida unica, importante. Diversa dalle altre, ci potrà dare il là per il nostro percorso. La Lazio è brava in queste situazioni, ma non dobbiamo snaturarci”.
Schick, cos’ha di preciso?
“Non ha più dolore, lui avendo questa fibrosi muscolare deve essere al top. Altrimenti si rischia di far male da altre parti. Cerchiamo di portarlo al top per avere un percorso subito di campo e metterlo dentro. Molti calciatori non recuperano sempre nello stesso modo, ma io ho chiesto a tutti di darmelo quando sarà al top. Però si sta allenando, ve lo faccio vedere. Ha fatto qualcosa di fisico col gruppo, inizia a stare molto bene”.
Un piano di riforme sul calcio italiano?
“Le seconde squadre, per far crescere i giovani e portarli alla maturazione completa a livello fisico e generale. Non per forza i giovani romanisti devono andare in prestito, ma giocando nelle seconde squadre possono fare il salto di qualità. Il bello dell’allenatore è che poi ti puoi rifare. Mi auguro che per loro arrivi una grande vittoria”.
Ha parlato con De Rossi dopo la delusione azzurra?
“Ha grande dispiacere per i Mondiali, io cerco di motivare tutti per la Roma, hanno voglia tutti di rifarsi”.
Affrontare una Lazio che ha un punto in più vuol dire anche non volerlo perdere?
“Non mi piace partire così, vuol dire accontentarsi e affrontare la partita senza aggressività. Stiamo lavorando per crescere e facendo assieme un certo percorso. Possiamo dire che c’è andata bene, ma non si parte mai per pareggiarla. A Londra è andata così, siamo partiti con la mentalità vincente”.
Nainggolan può giocare anche all’80%?
“A differenza degli altri può essere importante anche non al top, ma penso di schierarlo se sarà almeno al 90% della condizione. Vorrei farlo giocare”.
Cosa sarebbe disposto a fare pur di vincere il derby?
“Non ho fisicamente possibilità di fare scommesse. Ma farò di tutto per vincerlo assieme alla squadra, è doveroso nei confronti del nostro pubblico. Il fatto di aver riportato più romanisti allo stadio è un bel segnale, ma non voglio fare promesse particolari”.
Si fa spesso un parallelo tra lei e Inzaghi. Mi da un parere su di lui come allenatore? Chi vorrebbe vedere in Nazionale?
“Inzaghi e io abbiamo fatto percorsi diversi, gli ho fatto i complimenti per la gestione di gruppo e ambiente. Abbiamo delle similitudini motivazionali e gestionali, aveva poca esperienza ma per ora ha fatto molto bene. Per la Nazionale non avrei preferenze, mi auguro solo che si lavori in un certo modo. Sarà più importante l’obiettivo e creare maggiori infrastrutture. Ancelotti sarebbe una garanzia, ma non sponsorizzo nessuno”.
Se fosse stato presidente federale si sarebbe dimesso?
“Oggi come oggi è come sparare sulla croce rossa, ognuno è padrone del suo destino. Le situazioni vanno vissute. Sono curioso di sentire i programmi, ho però da pensare ad altro”.
L’eventuale assenza di Nainggolan potrebbe avere un effetto domino nel tridente?
“No, non incide sugli altri, soprattutto in attacco. Però non ci avevo dato peso, ascoltare a volte serve. No, comunque non inciderà”.
Lei la pensa sui programmi come Ulivieri e l’assoallenatori?
“Non sto dicendo questo, però vanno ascoltati i programmi e se vengono realizzati. Mi auguro non diventi tutto politico, ma qualcosa di concreto e ascoltare gli allenatori e le idee di tutti. E’ prematuro parlarne, ci vorrebbe molto tempo. Io in passato ho parlato del calcio italiano dicendo che eravamo indietro agli altri, tutto torna”.
Tecnicamente chi è più forte tra Roma e Lazio?
“Per me sono con merito tutte e due lì sopra. Sento dire che tecnicamente siamo noi più forti, ma invece la Lazio ha sbagliato pochissimo sui calciatori presi e fatti crescere. Hanno fatto tutti un ottimo lavoro, come Milinkovic-Savic o Immobile, ritengo che hanno fatto i colpi giusti e rigenerato talenti come Luis Alberto che nessuno pensava potesse essere decisivo. Oggi ce la giochiamo alla pari, lo dicono i numeri”.
Bruno Conti ha detto che lei ha riportato la romanità che mancava. Spalletti parlava di ‘stile Roma’…
“Lo stile Roma va costruito con me, ma parte dall’alto, dal lavoro della società e riportare la romanità. Mi fa orgoglio e mi sento dentro il progetto, io cerco di trasmettere tutto alla squadra, con positivtà, amore e entusiasmo”.
GGR