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GGR – Gerson, la scommessa di Sabatini vinta da Di Francesco

Gerson

(K.K.) – Le espressioni della domenica calcistica italiana non saranno spettacolari o di livello altissimo come quelle nostalgiche di un tempo, ma a livello di sorprese difficilmente ci si annoia. Lo sanno bene i tifosi della Roma, ormai adepti del turnover difrancescano che sta dando frutti insperati e riportato la squadra giallorossa nel novero delle eccellenze della nostra Serie A.

A proposito di sorprese, appare impossibile non citare Gerson Santos da Silva come l’uomo copertina della piovosa 12.a giornata di campionato. Il mite brasiliano è stato etichettato, come spesso accade da parte degli opinionisti meno pazienti, come un flop conclamato, un acquisto inutile e addirittura nocivo alle casse della Roma. Il d.s. Walter Sabatini lo presentò nell’estate 2016 come un colpo di livello internazionale, un futuro numero 10 che potrà fare il bello e il cattivo tempo anche in un calcio meno estetico ma più rude come quello italiano.

L’espressione ‘flop’ dopo la sua prima stagione romana non sembrava così sbagliata: 4 presenze in Serie A, un ruolo ancora tutto da identificare e quel tremendo impatto allo Stadium contro la Juventus che ha significato bocciatura quasi definitiva. Luciano Spalletti lo lanciò nel ruolo di esterno nella partita più attesa dell’anno e Gerson fallì la chance, triturato dalla spinta di Alex Sandro e rimasto miseramente in panchina dopo 45′ di buio. La sua breve avventura romanista sembrava finita lì, con l’etichetta scomoda di talento pagato ben 18 milioni e a cui era stata regalata la simbolica maglia numero 10 giallorossa, che però a Roma si sa avrà sempre ben altro padrone.

Di Gerson quasi tutti si erano dimenticati, con tanto di mancato passaggio al Lille a gennaio scorso. Fino all’arrivo di Eusebio Di Francesco, che lo porta in ritiro estivo, lo toglie dal mercato e gli dà fiducia. Lo fa giocare da mezzala e da esterno offensivo, lo responsabilizza e gli concede i giusti spazi con coraggio e oculatezza. Lo lancia titolare contro il Chelsea e Gerson risponde presente, con una prova ordinata e combattiva. La seconda grande chance si chiama Fiorentina: da ala destra segna due gol in neanche mezz’ora, fa ammattire Biraghi e compagni e regala giocate d’alta scuola miste a grande generosità difensiva. Un talento ritrovato che finalmente sembra aver trovato la sua dimensione, grazie al lavoro di un tecnico che lo seguiva fin dai tempi di Sassuolo e lo considera oggi una risorsa titolare, non solo una riserva di possibile prospettiva. I due gol di Firenze non sono un traguardo: Gerson deve crescere e ottenere continuità, non adagiarsi sugli allori e dimostrare che quei 18 milioni spesi da Sabatini non fossero una spesa cestinata nell’immondizia, bensì uno splendido regalo accolto a braccia aperte da mister Di Francesco.

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