Monchi e Tare, Trigoria e Formello, la stessa idea di d.s. dentro lo spogliatoio. Lo spagnolo l’ha raccontato alla Gazzetta: «Io amo star vicino ai giocatori e al tecnico. Sto tantissimo lì dentro e non per fare la spia: per me questo aspetto è innegoziabile, se non faccio così non sono Monchi».
Vallo a dire a Tare. Nell’estate 2008 finisce la carriera da calciatore e Lotito lo promuove dirigente. Inizia la stagione e per Igli, come se niente fosse, allenamenti, partitelle e docce con i compagni. Fino a quando qualche ex compagno fa notare alla società che per il bene di tutti sarebbe stato meglio separare gli ambiti.
Oggi come allora, però, quanta voglia di mettersi gli scarpini. Quanta voglia di parare avrebbe Monchi, che sa pure come si fa gol alla Lazio. “Sì, era un’amichevole del 1996. Arriviamo ai rigori, segnano tutti, restiamo io e Marchegiani. Lui prende il palo, io segno e faccio vincere il Siviglia”.
Chissà se invece Tare tiene a mente il 28 marzo 2004. Il Bologna, allenatore Mazzone, passa all’Olimpico con la Roma per 2-1, gol vincente dell’albanese al minuto 78.
fonte: La Gazzetta dello Sport