«Fossi Tavecchio mi dimetterei». Giovanni Malagò non fa sconti. Del resto, prima di parlare, il capo dello sport italiano ha chiamato il presidente federale per capire le sue intenzioni. Una telefonata breve e gelida. Perché Tavecchio, fedele a se stesso, si è messo l’elmetto in testa e ha deciso di andare avanti perla sua strada. «Resistere, resistere, resistere». Malagò lo vorrebbe fuori dai giochi, ma non ha strumenti per dare corpo alla sua strategia. «Non posso commissariare la Federcalcio», dice intervenendo alla presentazione del nuovo stadio dell’Atalanta finanziato dal Credito sportivo.
Nelle prossime ore darà mandato a Michele Uva di esonerare Gian Piero Ventura, a cui la Federcalcio deve ancora circa un milione netto, due lordi sino a giugno. Successivamente l’ideale sarebbe l’accoppiata Ancelotti-Maldini. Carletto, esonerato dal Bayern Monaco, è l’unico big libero, anche se più volte ha manifestato la sua intenzione di continuare ad allenare un club (lo avrebbero già contattato Chelsea e Arsenal per la prossima stagione). Però l’Italia è sempre un richiamo fortissimo.
fonte: Il Corriere della Sera