(M. Ferretti) Doveva capitare, prima o poi, che la Roma pareggiasse una partita. La squadra di Eusebio Di Francesco, del resto, prima di Genova aveva sempre vinto o perso. Mai un match chiuso in parità, in campionato. Il pareggio, scomodando la Legge dei Grandi Numeri, era nell’aria. Solo che nessuno, ma davvero nessuno, poteva immaginare che la Roma buttasse via l’ennesima vittoria lontano da casa per un colpo di mano, anzi di follia del suo capitano. Daniele De Rossi, dispiace ricordarlo, non è nuovo a gestacci simili, ma stavolta la sua manata in faccia a Lapadula, con il conseguente inevitabile rosso, non è assolutamente giustificabile, oltre che comprensibile. Oggi non puoi pensare o sperare che se colpisci un avversario in faccia, e in piena area di rigore, tu possa passarla liscia. Se non vede l’arbitro, vede il Var. E allora? Qui non si tratta di fare della retorica spicciola, della morale a buon mercato a questo o quello, ma, ne converrete, un capitano non dovrebbe mai cadere in certe tentazioni. Non è quello l’esempio che un capitano deve dare ai suoi compagni.
IL PESO DEGLI SCONTRI – La sensazione è che se De Rossi, auto espellendosi, non gli avesse regalato il pareggio, il Genoa probabilmente non avrebbe mai segnato. E che, quindi, la Roma, che aveva faticato moltissimo per andare in vantaggio, avrebbe portato a casa un’altra fondamentale vittoria. Sì, fondamentale. Perché questo è un campionato che si gioca sugli scontri diretti e chi ha ambizione, non può, non deve lasciare punti per strada contro avversari di secondo livello. Prendere solo un punto contro provinciali o piccole equivale, in questo scenario, a tre/quarti di sconfitta, soprattutto se chi ti sta davanti, come accaduto ad esempio nell’ultimo turno a Cagliari o Udine, conquista la vittoria. Qui non si tratta di criticare in maniera esagerata il primo pareggio della stagione, ma semplicemente si vuole ribadire che in questo strambo torneo non si può sprecare niente, non si deve regalare nulla a nessuno. E la Roma ha i mezzi per non dover regalare qualcosa a qualcuno. Ecco perché il gesto di De Rossi, che negli anni ha dimostrato con i fatti di meritare l’etichetta di vanto della tifoseria giallorossa, stavolta non può essere tollerato: non ci sono spiegazioni o giustificazioni che tengano. Restano solo rabbia e rimpianti. E due punti in meno.