(S. Carina) – Sorride quando gli chiedono cosa sarebbe disposto a fare pur di vincere il derby: «Io niente – replica Di Francesco – Di promesse particolari non ne voglio fare. Farò di tutto per vincere, quello sì». Non ha bisogno di dimostrare con gesti eclatanti o di urlare ai quattro venti di essere romanista. Eusebio lo è. Te ne accorgi da come parla e da come gli brillano gli occhi nell’attesa: «Il primo derby da allenatore sarà diverso. Non è una partita come le altre, questa gara la levo dalla classifica. È unica e da allenatore la sentirò ancora di più». Per un ragazzo di 48 anni che pochi giorni fa aveva ammesso come «da giocatore mi sono tremate le gambe soltanto una volta, quando sono andato sotto la curva Sud nel pre-partita del mio primo derby», non c’è male.
TENDENZA DA INVERTIRE – Proprio da calciatore, i confronti con la Lazio non gli hanno sorriso spesso. Dieci sconfitte, due pareggi e appena quattro successi, con un gol nell’indimenticabile 3-3 in rimonta del 1998, è lo score del tecnico che anche sulla panchina del Sassuolo è in difetto negli incroci con i biancocelesti: 4 ko, 2 successi e un pareggio. Ricordi che lasciano spazio al presente: «Tutti dicono che siamo più forti tecnicamente, ma loro negli ultimi anni hanno sbagliato pochissimi acquisti. Milinkovic è un giocatore importante, così come Immobile, e poi hanno rigenerato elementi come Luis Alberto, decisivo. Se la giocano alla pari, non c’è una favorita. Giocare per non perdere? No, non lo direi mai alla mia squadra». L’ultimo dubbio di formazione riguarda Nainggolan («Vorrei farlo giocare, può farlo anche al 90%, vedremo») mentre per Schick confermata la mancata convocazione: «Sta cercando di sistemare una fibrosi. Tornerà ad allenarsi con la squadra quando riferirà di star bene. O così o con me non si allena». Passerella finale su Gabriele Sandri (ieri il papà e il fratello hanno incontrato Peruzzi e Totti, ndc): «Mi ha colpito l’affetto intorno al suo decennale. Mi auguro che sia una festa di civiltà». E a tal proposito, la Uefa ha chiuso senza conseguenze l’inchiesta per i presunti cori razzisti dei tifosi giallorossi a Londra all’ex Ruediger, ora al Chelsea. Presunti, non più. Inesistenti.