(P. Signorelli) – «Meravigliosa creatura, sei sola al mondo...». Una canzone, questa di Gianna Nannini, divenuta il simbolo di Gabriele Sandri, giovane tifoso laziale scomparso l’ 11 novembre del 2007. Ad ucciderlo l’agente della Polstrada Luigi Spaccarotella, condannato, in via definitiva, a 9 anni e 8 mesi di carcere per omicidio volontario. Un colpo di pistola esploso senza un motivo. Gabbo, da quel maledetto giorno, ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore della sua famiglia distrutta dal dolore, dei suoi amici e di tutti i tifosi laziali e non laziali. Una tragedia che ha scosso l’opinione pubblica, che ha fatto piangere tutti. E proprio a pochi giorni dal decennale della sua scomparsa, quando le tifoserie di tutta Italia (e anche estere) si stanno riunendo per omaggiare il suo ricordo, è arrivata una notizia che ha gettato nello sconforto tutto il popolo biancoceleste: il suo assassino è già in regime di semilibertà.
Dopo aver scontato solamente metà della sua pena nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, l’uomo che ha tolto la vita a Gabriele senza un perché e senza nemmeno mai degnarsi di chiedere scusa alla famiglia Sandri. Un beneficio di legge arrivato forse troppo presto e che di certo non farà piacere ai tifosi laziali, ma soprattutto a mamma Daniela, papà Giorgio e al fratello Cristiano. Ma talvolta, nella giustizia italiana, trovare delle risposte a certe dinamiche diventa una missione impossibile. Ma questo non fermerà certamente la voglia della curva Nord «Nessuna decisione di un giudice rovinerà la giornata dedicata a lui» la città di Roma (e di tutti coloro che si uniranno nella memoria di Gabriele) di onorare un suo figlio. La Curva Nord e tutti i tifosi biancocelesti hanno infatti organizzato una giornata per lui, invitando una delegazione di tutte le tifoserie che portano Gabriele nel cuore e che ne hanno onorato la memoria sin dal primo momento. Alle ore 14.30 di sabato 11 novembre ci sarà un sit-in allo stadio Olimpico, proprio sotto la Nord. Alle 17.30, poi la messa presso la Chiesa di San Pio X, alla Balduina, la stessa di sempre. La stessa che il giorno dei funerali di Gabbo vide oltre 5 mila persone piangere.
Per la sua Lazio Gabriele avrebbe dato tutto e, proprio per la sua Lazio – o meglio, per colpa di un folle incontrato sull’autostrada – ha perso la vita. Un colpo di pistola esploso senza senso che ha ucciso un ragazzo di 26 anni. Un viaggio con gli amici per seguire la sua squadra a Milano, trasformatosi in tragedia nell’area di servizio di Badia al Pino, nei pressi di Arezzo. La famiglia ha dovuto pure sopportare i maldestri tentativi di infangarne l’immagine e la sua memoria. Subito dopo con la condanna per omicidio colposo a Spaccarotella. Una sentenza vergognosa, stravolta poi in Appello e in Cassazione: omicidio volontario per l’agente. «Viviamo ogni giorno come fosse l’ 11 novembre, ma l’amore per lui ci darà la forza per andare avanti. E importante tenere vivo il suo ricordo», urla a gran voce la sua famiglia. E non sarà certo la semilibertà concessa all’assassino a rovinare la giornata del suo ricordo.