Oggi Carlo Verdone, una delle icone della romanità al cinema da una vita, compie 68 anni. In questa intervista parla un po’ di se’, un po’ della passione romanista:
“Mia nonna decise di farmi chiamare Gregorio come secondo nome per stemperare il giorno un po’ sinistro visto che si dice che il 17 porti sfortuna. Disse: «Gregorio significa Culo!».
La Roma avrà un po’ di Gregorio domani?
“Dopo la depressione dei mancati Mondiali, i giocatori italiani ce la metteranno tutta per dimostrare che c’è un esercito giovane pronto per farsi notare dal nuovo ct. Il fatto di non giocare il Mondiale sarà un’adrenalina in più quindi sarà un bel campionato e ci dobbiamo aspettare grandi numeri da alcuni giocatori. Tutti se l’aspettavano un po’ questa eliminazione; io speravo in un pareggio o in una vittoria. Evidentemente c’è stata una frattura da allenatore e giocatore. Possiamo criticare Ventura che ha dato ruoli sbagliati, la partita è stata tutta sbagliata, c’è stato qualche errore tattico ma è inutile cercare il colpevole. Quello che è successo alla Nazionale è lo specchio del Paese”.
Che deve fare adesso la Nazionale?
“Se mi danno nelle mani un film con uno sforzo economico enorme, è un lavoro delicatissimo. Se fallisco il film rilavorerò dopo qualche anno con un film a basso costo ma se non c’entro neanche il secondo film me ne vado a casa. Oltretutto, oltre al lato economico c’è anche un discorso di prestigio nazionale quindi secondo me bisogna cambiare un po’ di persone e l’ambiente, oltre al ct. Il ct deve poter lavorare nel migliore dei modi e in completa libertà. Il nome di Ancelotti andrebbe benissimo, è l’unico sul quale possiamo fare affidamento. Forse da un male nasce un bene. Si è esaurito un ciclo e forse ora avremo le idee più chiare”.
Due anni fa disse che era il paragone tra Dzeko e Batistuta era irriverente. Lo è ancora?
“Non si può fare nessun paragone. Sono passate tante stagioni ma Batistuta è un giocatore potente, veloce e completo; Dzeko è diverso ma asta facendo un lavoro straordinario: è una sorta di alias Totti, gioca in maniera sublime per la geometria della squadra. Gioca da regista e ci sta riuscendo molto molto bene. I suoi passaggi raramente sono sbagliati, ha una visione del gioco perfetta. Sta cambiando il suo ruolo, si sta sacrificando e ci sta riuscendo molto bene e il merito è di Di Francesco. Avevamo tutti un po’ di dubbi su di lui e invece sta dimostrando di essere una persona umile, seria, spartana e con le idee chiare. Parla poco ma lavora bene”.
Fonte: Rete Sport