Lo Shakhtar di ucraino ha nomenclatura e temperature polari, per il resto è una squadra brasiliana nei piedi, nella testa e nei nomi (Taison, Dentinho, Marcio, Marlos, Fred, Ismaily). Hanno lo scalpo di Sarri nella tenda e scorte di caipirinha. Giocare a febbraio nella città di Sergej Bubka non è roba da boy scout – scrive il Corriere della Sera -, ma loro sbucheranno dal letargo invernale e chissà che Shakhtar sarà.
Il sorteggio di Champions mi ha distratto solo pochi minuti dalla martellante immagine di Sorrentino che para qualunque cosa con tutta la superficie del suo corpo. Detestarlo è umanamente brutto, ma la condizione del tifoso ha poco di umano.
E lassù a Liverpool Salah il Perfido non perde occasione per ricordarci che madornale errore è stato la sua cessione.