Se il calcio fosse letteratura, si potrebbe dire che Eusebio Di Francesco, per la fascia destra, aveva bisogno di uno Francis Scott Fitzgerald e invece si è ritrovato un Ernest Hemingway. Da domani sera, comunque, forse ne sapremo di più. Patrik Schick, infatti, probabilmente ha una prosa calcistica senza le morbidezze dell’autore di «Tenera è la notte», ma pare saper graffiare con l’asciuttezza di chi scrisse i «49 racconti». Una cosa però è certa: il ceco – che con la sua valutazione di 42 milioni è l’acquisto più costoso della storia della Roma – è pronto per l’esordio in Champions.
Schick, infatti, per il momento nei tornei continentali ha all’attivo solo una manciata di minuti e 2 presenze in Europa League con lo Sparta Praga. D’altronde – scrive la Gazzetta dello Sport – , la partita sembra davvero perfetta per Schick. La vetrina internazionale è assicurata, il Qarabag è formazione non certo trascendentale. Al netto del risultato, comunque, è logico che Schick sarà l’osservato speciale. Le tre presenze accumulate finora in giallorosso, se sono state già sufficienti a confermare quanto di buono aveva dimostrato con la Sampdoria (13 le sue reti nella scorsa stagione), non lo sono state ancora per vedere come potrà andare la convivenza con Dzeko. Non nascondiamolo: Patrik è un attaccante centrale e non un uomo di fascia – la scorsa settimana lo ha ribadito anche Marco Giampaolo, il suo ex allenatore – ma ha qualità tali da consentire a Di Francesco di farlo partire da destra per poi accentrarsi e muoversi subito dietro o subito davanti a Dzeko. Lo stesso Schick si è descritto così: «Sono mancino, ma mi trovo a mio agio anche sulla fascia destra. Preferisco il ruolo da numero nove, da centravanti, ma posso giocare anche esterno». Sincero, eppure pronto anche ad una nuova vita. L’importante è che l’esito sia sempre lo stesso: fare gol. La Roma lo ha preso per questo e Patrik già scalpita.