(U. Trani) Di Francesco conta fino a 83. Sono i tiri della Roma nelle ultime 3 partite. Ma i gol sono stati solo 4. E ha, dunque, ragione a evidenziare il difetto della sua squadra, soprattutto in questa fase cruciale della stagione. La vuole più concreta. Perché le 37 conclusioni all’Olimpico contro la Spal (prima assoluto per la serie A) e le 26 del Bentegodi contro il Chievo (record in serie A per le gare esterne) hanno portato solo 1 successo in campionato (le 20 contro il Qarabag, però, la vittoria per la qualificazione agli ottavi di Champions e il primo posto nel Gruppo C).
PARI PASSO – E’ il weekend dello 0 a 0. Allo Stadium tra la Juventus e l’Inter, al Bentegodi tra il Chievo e la Roma e al San Paolo tra il Napoli e la Fiorentina. Si ferma l’attacco delle prime 4 in classifica. Nessuno si prende vantaggi, si procede alla stessa velocità. Quindi le posizioni non cambiano. Di Francesco, dopo l’exploit nelle conclusioni contro la Spal (addirittura 15 nello specchio), concede il bis del tiro a bersaglio contro il Chievo (8 a inquadrare la porta). Ma non bastano alla Roma per recuperare punti in classifica a chi la precede. Adesso la differenza con le altre grandi è il gol. I giallorossi, con una partita in meno, hanno la miglior difesa insieme con l’Inter prima e con il Napoli secondo. Che rispettivamente hanno però segnato, in 16 gare, 33 e 35 reti. La Juve terza addirittura 41. La Roma quarta, invece, solo 27. Il rendimento offensivo, dunque, pesa nella corsa scudetto.
RACCOLTO SCARSO – La Roma, in 21 partite stagionali, ha fatto cilecca solo in 4 partite: le 2 contro l’Atletico, quella casalinga contro il Napoli e quella di ieri contro il Chievo. E in altre 7 gare ha realizzato solo 1 gol. Ecco perché Di Francesco pretende di più al momento di chiudere l’azione. In trasferta, restando al campionato, i giallorossi si sono fermati dopo 16 partite: l’ultima volta allo Stadium contro la Juve nel dicembre dell’anno scorso (l’ultimo 0 a 0 esterno, invece, a Empoli, ottobre 2016). Fuori casa, però, restano imbattuti (in A sono gli unici a non essere mai stati in svantaggio).