(D.Luciani) – Amuleto? Portafortuna? Più semplicemente un grande giocatore. In pochi mesi Alessandro Florenzi si è ripreso la sua Roma. Dieci mesi senza di lui sono stati lunghissimi. La sua straordinaria forza d’animo l’ha portato ad essere di nuovo imprescindibile, il calvario per le due rotture dello stesso legamento crociato è solo un brutto ricordo. Carattere e numeri da funambolo. Tecnica e mentalità. Spalletti era riuscito parzialmente a mascherare la sua assenza, piazzando Rüdiger esterno basso a destra ma la mancanza della sua spinta si è sentita eccome.
Quest’anno è tornato assolutamente decisivo: nelle sei partite in cui Florenzi non ha giocato la Roma ha vinto a Bergamo alla prima di campionato, ha pareggiato in Champions in casa con l’Atletico e pochi giorni fa in campionato col Chievo ed ha perso tre delle quattro partite stagionali, con Inter, con l’Atletico in Spagna e l’ultima in Coppa Italia col Torino. L’unica sconfitta con Florenzi in campo è arrivata contro il lanciatissimo Napoli di inizio stagione, un pareggio sfumato sull’unica parata fatta da Reina quest’anno sul colpo di testa di Fazio. I numeri non mentono mai, l’assenza del romano è stata pesante in virtù anche della sfortuna abbattutasi su Karsdorp. L’olandese poteva permettere a Di Francesco di proporre il ragazzo di Vitinia anche come esterno alto di destra, zona dove i giallorossi continuano a mancare di continuità.
La qualità di Florenzi sarebbe stata fondamentale anche al fianco di Dzeko e Perotti/El Shaarawy. Imprevedibilità assoluta e una velocità spiazzante per gli avversari. Lo aspettano in sovrapposizione esterna e, invece, eccolo che taglia verso il centro. Porta il pallone sul sinistro ma poi usa l’esterno destro con naturalezza disarmante. Capacità che fa valere da terzino, al pari della potenza di Kolarov sulla fascia opposta. Un’arma fondamentale per Di Francesco da sfruttare pienamente sabato sera in casa della Juventus, dove Florenzi giocherà la partita n° 200 con la maglia della Roma. Un traguardo importante che lo porta di diritto nella storia dei grandi che hanno scritto la storia giallorossa: infatti raggiungerà Alcide Ghiggia, l’uomo che col suo gol diede il Mondiale all’Uruguay, gettando nello sconforto il Brasile nel giorno entrato nei libri del calcio come il “Maracanazo”.
Sicuramente Florenzi è destinato ad affiancare i top di questa classifica: forse impossibile raggiungere Totti a 786 presenze, sarà molto difficile prendere De Rossi oggi a 576. Ma a 26 anni e – glielo auguriamo – con almeno dieci stagioni davanti, guardare il terzo gradino del podio non è proibito. Per arrivare a Giacomo Losi (455 presenze), troverà sulla sua strada capitani indimenticabili e campioni inossidabili come Giuseppe Giannini (437), “Pluto” Aldair (436) e Bruno Conti (402) solo per fare qualche nome. La speranza è che Florenzi riesca a vincere qualcosa con la maglia della Roma: uscire dallo stadio della Juventus con un successo sarebbe già un passo importante.
Magari con un suo gol, che gli consentirebbe di emulare Falcao (1-11-1981, Juventus-Roma 0-1, gol del Divino) e raggiungerlo a 26 reti con la Roma. D’altronde Florenzi da terzino ha sempre segnato, arrivando a 7 reti nel 2015-2016. E quest’anno ha fatto gol solo contro il Milan…