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Il Tempo Grazie Capitano, fenomeno senza tempo

(T. Carmellini) Impossibile non partire, ripercorrendo questo 2017 giallorosso che si va chiudendo, dall’addio di Francesco Totti: del Capitano. Un uomo che ha segnato la storia romanista e lasciato una traccia profonda anche in quelle dei moltissimi tifosi giallorossi che ha fatto letteralmente impazzire nel corso della sua carriera da calciatore. Un addio per certi versi atteso ma al quale nessuno si era preparato davvero: e l’incredibile serata vissuta all’Olimpico dopo il match contro il Genoa del 28 maggio scorso, con tutto lo stadio letteralmente in lacrime, sta lì a dimostrarlo. E per la quale una cosa ricorre d’obbligo: «Grazie Capitano!».

Ognuno ha con sé un ricordo del numero dieci più prolifico della storia romanista (e non solo), o almeno tutti coloro che amano il calcio ce l’hanno: anche chi gli ha tifato contro. E pure Spalletti uscito per la seconda volta a testa bassa dal palcoscenico romano tra polemiche, astio e ripicche tipiche del suo carattere che ne hanno fatto un eterno «accerchiato». E che proprio per uno «spigolo» con il Capitano ha incrinato definitivamente il suo rapporto con Roma: una storia brutta dove il tecnico toscano ha dato il peggio di sé.

Ma è il passato e questo 2017 giallorosso ha portato anche tante cose buone: ha visto il ritorno della Roma nell’Europa che conta, cartina tornasole di un progetto fin troppo vituperato dai soliti sfascisti e da prefiche di vario tipo. Ha visto il «ritorno» di Di Francesco stavolta sulla panchina romanista: scommessa fin qui sicuramente vinta. Così come, nonostante i soliti vecchi ubriaconi e tutta la compagnia cantante, politica contro e tutto il resto, è arrivato l’atteso «si» al nuovo stadio della Roma: che se tutto va nel verso giusto dovrebbe diventare realtà nel 2021. È forse questa la notizia migliore del 2017 romanista perché con il nuovo impianto si aprono scenari impensabili finora che potranno consentire il salto di qualità di un club che nell’ultimo lustro e stato rifondato da capo a piedi. Una rivoluzione che, almeno sulla carta, non potrà che portare buone cose ai tifosi giallorossi che non vedono un trofeo ormai da dieci anni.

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