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Diritti TV, la Roma sollecita il riesame dei criteri di audience

Più peso nel sistema elettorale e un posto in più nel Consiglio della Figc. Dovrebbero essere queste le sostanziali richieste che la Lega Serie A metterà nero su bianco domani, a pochi giorni dal termine (14 gennaio) per le candidature al vertice del governo del calcio italiano.

I venti club alle 14 si riuniranno in assemblea per stendere un documento programmatico e decidere chi li rappresenterà l’indomani a Coverciano, nel vertice fra tutte le categorie. Anche alla luce della riunione di giovedì, la Lega Serie A stabilirà se indicare un proprio candidato (si parla del n.1 della Lazio Lotito e di Costacurta, ex calciatore ed ex allenatore), oppure fare un endorsement a favore di uno dei tre al momento in corsa, il presidente dell’AssocalciatoriTommasi, quello della Lega dilettanti Sibilia e quello della Lega Pro Gravina, in una gara destinata a chiudersi il 29 gennaio con due soli concorrenti alla successione di Tavecchio, dimissionario dopo il flop mondiale e da aprile commissario della stessa Lega. Entro il 29 gennaio la Serie A dovrà rinnovare anche la propria governance, con Tavecchio e il subcommissario Nicoletti favoriti per la presidenza e in pole per il ruolo di ad De Siervo, oggi con la stessa carica in Infront.

Intanto il motore del calcio italiano mostra i muscoli. Fra i desiderata formulati domani potrebbero esserci anche novità relative alle seconde squadre o ad altri temi sportivi, ma si chiede soprattutto più peso politico visto che ora la Lega Serie A in assemblea vale il 12%, meno della Lega Pro (17%) e meno della metà dei dilettanti (34%). Ed esprime solo 3 dei 19 membri del Consiglio, come la Lega Pro, meno della Lega dilettanti (6) e dei giocatori (4). La prima modifica è considerata più semplice, in quanto può essere decisa dallo stesso Consiglio federale. La seconda è più complicata, perché serve la maggioranza del 75% in assemblea. Certo è che se la Lega Serie A dovesse convergere con le altre leghe e gli allenatori, su uno fra Sibilia e Gravina, si creerebbe un fronte di quasi l’80% che consentirebbe anche di cambiare lo statuto federale.

Fra domani e i prossimi giorni lo scenario sarà più chiaro. Ulivieri, n.1 dell’Assoallenatori, ha dato l’appoggio a Tommasi ma lo manterrà solo se il presidente dell’Assocalciatori riuscirà ad allargare l’alleanza. All’ordine del giorno dell’assemblea di Lega c’è anche la proposta di un investimento da 13 miliardi in 10 anni sulla Serie A avanzata dalla International Bank of Qatar, valida fino a lunedì, anche se l’orientamento dei club è quello di valutare l’offerta, ed eventualmente rinegoziarla, dopo l’assegnazione dei diritti tv, quindi non prima della fine di gennaio.

È previsto anche un esame della recente riforma della legge Melandri-Gentiloni sul punto relativo alla valutazione dell’audience. Lo ha sollecitato la Roma, che nel bando per i diritti tv 2018/21, a differenza delle altre big, è fra le 12 società le cui partite andranno in onda su un’unica piattaforma. Già ora 12 squadre sono visibili solo su Sky e la loro ‘meritocrazia audiovisiva’ (fra i criteri con cui vengono ridistribuiti i ricavi da diritti tv) è bilanciata, con un sistema che però sembra non convincere tutti i club.

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