Non c’è più sordo di chi non vuol sentire. E per fortuna che il proverbio alla Roma l’hanno imparato per bene, perché solo a dar retta ai rumori di fondo intorno ad Alisson ci sarebbe da ballare come a un concerto rock. Ma oggi certamente no, così funziona intorno al portiere della Seleçao. Eppure qualcuno a Trigoria s’è già presentato. Per intendersi: Liverpool e Psg, storia degli ultimi giorni, neppure settimane. Monchi non ha neppure aperto, la cessione immediata di Alisson non è un tema di discussione, neppure per una società che a quel punto sì che avrebbe mano libera per rinforzarsi su diversi ruoli. Alisson no – scrive la Gazzetta dello Sport -, punto e a capo.
È il portiere della Seleçao, la Uefa l’ha citato più volte nelle sue rassegne sulla Champions, lui a più riprese ha trascinato una Roma che poco sa segnare a vittorie con il minimo scarto: qualche merito ce l’ha o no? Gli estimatori non mancano. Che l’addio del brasiliano diventerà un tema di discussione della prossima estate è materia tanto certa quanto infiammabile. L’adeguamento di un accordo già lungo – la scadenza attuale del contratto è 2021, ingaggio da 1,5 milioni – non è una priorità per il club, non è proprio in agenda.
Non è un momento particolarmente felice per i portieri d’Europa. Attenzione al giro che potrà innescare sul tema il Real Madrid. Il futuro di Keylor Navas è tutt’altro che certo, Alisson è un nome in agenda alla pari di Courtois, che potrebbe a sua volta lasciare il Chelsea. Difficilmente a Trigoria saranno ascoltate proposte più basse di 50 milioni. Per uno che nel 2016 fu pagato appena 8, sarebbe una plusvalenza record.