(S. Riggio) A due mesi esatti dalla mancata qualificazione a Russia 2018, il calcio italiano è ancora nel caos. Se fosse per Giovanni Malagò, la Figc sarebbe già commissariata da mesi, ma le norme fino a oggi glielo hanno impedito. Il suo disappunto e la sua irritazione crescono giorno dopo giorno, assemblea dopo assemblea e chissà quale sarà il suo umore adesso apprendendo dell’ennesima riunione andata a vuoto. Nel frattempo, nelle ultime ore è emersa l’intenzione di Claudio Lotito di scendere in campo e di ufficializzare tra oggi e domani (è il limite massimo, oltre non si può) la sua corsa per la poltrona della Figc. Per eleggere il sostituto di Carlo Tavecchio c’è tempo fino al 29 gennaio. Al contrario, la Federazione sarà commissariata per una questione di ingovernabilità. Con buona pace di tutti.
FRATTURE INSANABILI – Però, il problema resta sempre lo stesso da mesi. La Lega serie A è spaccata. Ci sono divisioni all’interno, che rischiano di far saltare il banco. C’è chi vuole appoggiare fin da subito Sibilia (in serata è arrivata anche la sua candidatura ufficiale), facendo eleggere uno tra Urbano Cairo (è il preferito) e Claudio Lotito come vicepresidente della Figc, c’è chi però preferirebbe esprimere un proprio candidato perché convinto che la serie A debba farlo per dimostrare a tutti (soprattutto a Malagò) di essere forte e compatta. Poi, c’è Lotito che ieri in assemblea ha ipotizzato una sua candidatura: «Con me ci sono 11-12 società, la maggioranza», in estrema sintesi il pensiero del presidente della Lazio. Cairo e Marotta (entrambi mercoledì avevano declinato l’invito a candidarsi) hanno cercato di farlo ragionare prendendo in considerazione altre strade. Lotito vuole essere protagonista in questa rinascita con l’introduzione delle seconde squadre, con nuove regole sul tesseramento degli extracomunitari, con la riforma dei campionati e della giustizia sportiva.
ASSEMBLEA INFUOCATA – In assemblea il patron biancoceleste ha dichiarato di avere l’appoggio di 11-12 club di A, senza mostrare però il documento con le firme. Al suo fianco, sempre secondo lo stesso Lotito, ci sarebbero Napoli (De Laurentiis lo ritiene la figura adatta per portare nelle stanze della Figc le problematiche della massima serie), Milan, Genoa, Chievo, Verona, Udinese, Sampdoria e Lazio appunto. Le altre sono contrarie e soprattutto sono convinte che quelle 11-12 in realtà siano 9 o comunque non più di 10. In sostanza, facendo due conti, Lotito non avrebbe il 50% più uno, ossia la maggioranza assoluta. Nemmeno se con lui tra oggi e domani si unisse Sibilia e qualche club di serie B. Con più di due candidati, gli arbitri si asterrebbero, mentre al momento l’Aic e l’Aiac sono alleate per eleggere Tommasi. Ma la novità più importante è che i club di A contrari alla candidatura di Lotito (Juventus, Torino, Inter, Roma, Fiorentina, Bologna, Sassuolo, Cagliari e Spal) preferirebbero il commissariamento. Questo perché stanchi di scendere a compromessi per far sentire la propria voce.
PRESE DI POSIZIONE – In mattinata la commissione composta da Tavecchio, Cairo, Fassone, Lotito e Marotta aveva incontrato le varie componenti. Da Sibilia («Il calcio di base e il calcio di vertice potrebbero ricostituire quell’asse storico che c’è sempre stato») a Tommasi («Se il 30 gennaio non avremo rinnovato le cariche federali, il Coni dovrà fare una riflessione»), passando per Renzo Ulivieri («Mi hanno chiesto “Se ci fosse un candidato nostro, con l’appoggio dei dilettanti che fareste?”. Ho risposto che vorremmo vedere le persone, la loro capacità e affidabilità, non può essere solo un discorso di leghe»), Marcello Nicchi («Votare con tre candidati è sbagliato. Se fosse così, gli arbitri al primo turno non voteranno»), Mauro Balata («C’è un asse tra A e B») e Gabriele Gravina: («Emergono fratture: siamo in attesa di riscoprire la capacità della Lega di esercitare la propria leadership oltre che annunciarla continuamente»). Ma la strada è davvero ancora lunga.