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Il Messaggero Di Francesco: «Belli, ma solo a metà»

Di Francesco

(B. Saccà) Eusebio Di Francesco si accomoda nella sala-stampa dello stadio di Milano poco dopo le undici e mezza della sera. La partita contro l’Inter è finita da tre quarti d’ora ormai. È logico che l’allenatore della Roma abbia avuto il tempo di rigirarsi nella mente certe idee e di mettere in ordine una serie di pensieri. Ha un viso un poco stanco, ad essere sinceri. Sarà il freddo artico di San Siro, saranno le tonnellate di tensione accumulate durante la settimana, sarà il mercato che si alza come un’onda mostruosa.

IL RAMMARICOPerò a Eusebio non manca la forza d’animo: così raccoglie le sensazioni, recupera la concentrazione e via: a ripercorrere la partita. «C’è un po’ di rammarico, volevamo vincere. Sicuramente abbiamo fatto un’ottima gara per 70 minuti. Potevamo far meglio nel finale, essere più bravi negli ultimi cinque minuti. Non abbiamo letto bene il finale di gara e ci siamo abbassati troppo. Poi la squadra è calata e non avevo grandi possibilità di cambi». Un momento. Non aveva cambi? E Schick? E Peres? E Jesus, quindi? «L’ho detto. Non avevo soluzioni in panchina. Le soluzioni erano queste, magari le valuterò meglio la prossima volta», l’accusa (nemmeno) velata del tecnico. «Ma oggi (ieri, ndi) è stata solo colpa nostra». A pensarci va anche detto che la scelta e la cronologia delle sostituzioni sono apparse un filo discutibili. «Rifare le scelte dei cambi? Be’, sì, altrimenti avrei messo due attaccanti o due giocatori della Primavera. Nulla sarebbe cambiato». È inutile nasconderlo. Per tutta la scorsa settimana i pensieri della Roma hanno ruotato intorno al calciomercato: alle cessioni di Dzeko, di Nainggolan, di Emerson. Sussurra Di Francesco: «Mi chiedete di Dzeko? Se per me è comunque un centravanti? Certo, altrimenti non lo facevo giocare. È un giocatore della Roma ed è importante. Se desidero che resti? Non voglio che le mie parole siano travisate, ma è sempre sceso in campo e questo fa capire la sua importanza». Se doveva essere una smentita, ecco, non gli è riuscita molto bene. Invece Nainggolan: andrà via? «Non ci dovrebbe essere questa opportunità». No? «È chiaro che resta. Sono felice della sua partita, può fare meglio ma in attacco mi ha soddisfatto. E’ un ottimo giocatore». Ed eccola allora la smentita, la notizia (tanto) attesa dai tifosi.

IL FUTURODi Francesco, poco dopo, alza lo sguardo verso il futuro. All’orizzonte già si vede la partita di dopodomani contro la Sampdoria. «Speriamo di recuperare almeno De Rossi», dice Eusebio. Non è finita, però. Fa un pausa. Sorride. E si lascia andare. «Anzi, speriamo di non perdere altri giocatori da qui a mercoledì…», ghigna ironico, per poi sparire nel nulla della pancia del Meazza.

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