Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore esperto di finanza nello Sport, ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla Roma:
“Questa sessione di calciomercato è caratterizzata dal Fair Play Finanziario, in particolare Inter e Roma si trovano condizionate da quelli che sono gli accordi stretti con l’Uefa. Quindi devono stare molto attenti agli esborsi del calciomercato. Per questo si sta tentando di fare operazioni in prestito. La Roma nei prossimi mesi dovrà subire altre sanzioni visto che ha sforato i parametri imposti dall’Uefa“.
Che conseguenze avrebbe la Roma se non arrivasse almeno quarta?
“La Roma pagherebbe molto un’eventuale non qualificazione alla Champions. La Roma ha uno squilibrio molto alto tra i costi di gestione e i ricavi, andrebbe incontro alla necessità di vendere almeno un paio di giocatori importanti. Squadre come la Roma, l’Inter e il Napoli, che in questi anni sono cresciute molto, non avendo fatto investimenti che non hanno aumentato i ricavi, si ritrovano nella condizione di attingere ai soldi della Champions, o ricorrere alle plusvalenze”.
Quanto incide il fatto di trovare uno sponsor?
“La Roma ha scelto di alzare molto l’asticella per quanto riguarda il main sponsor, chiedendo 8-10 milioni l’anno. Somme che in Italia iniziano ad essere molto alte. La Roma ha rinunciato a offerte da 4-5 milioni ed è un buco nel bilancio, visto che dalla Nike il club giallorosso prende 5 milioni l’anno. Questo sta condizionando il club nella crescita. Potrebbe comunque innescarsi un bel volano legato al progetto stadio, trovando uno sponsor che dia anche il nome allo stadio che dia 10-15 milioni in totale”.
Tra Roma e Lazio, quanto incide di più l’eventuale mancato accesso alla Champions?
“Inciderebbe molto di più sulla Roma. Se guardiamo gli ingaggi, è evidente che la Roma sia stata costruita per stare in Champions. Se non dovesse arrivarci la Lazio, il suo livello di ingaggi inciderebbe di meno. Viceversa, il beneficio in termini proporzionali sarebbe molto più alto che per la Lazio. Va detto anche che giocare la Champions dà maggiore visibilità, quindi i calciatori chiedono ingaggi maggiori”.
Come mai la vecchia Roma con 20 milioni di debiti è stata messa nella condizione di andarsene, mentre questa con 200 va avanti?
“Quella Roma aveva un problema legato all’assetto proprietario e ai debiti contratti dalla galassia Sensi, in particolare con Unicredit. Nella Roma attuale l’indebitamento attiene alla società in quanto tale. Al momento la società riesce a star dietro a questo indebitamento. Le squadre ora devono essere autonome rispetto alle proprietà, avendo un equilibrio tra entrate e uscite”.
Quali sono le criticità del bilancio della Roma? Quali gli aspetti positivi?
“Gli aspetti positivi sono legati al fatto che l’indebitamento rispetto al fatturato non è altissimo. Parliamo di cifre intorno ai 150 milioni, il che è compatibile con il fatturato della Roma. Le note negative? C’è uno squilibrio strutturale tra gli introiti e i costi. Nel caso specifico della Roma, c’è un livello di ricavi strutturali che non è riuscito ad andare oltre ai 140-150 milioni, mentre la rosa costa intorno ai 180. Se aggiungiamo l’ammortamento, saliamo oltre i 200 milioni. Questo squilibrio crea una situazione per cui ogni anno o arrivi in Champions, o cedi dei giocatori. La Roma con Sabatini ha fatto molte plusvalenze, ma ha perso comunque 40-50 milioni l’anno”.
Quindi l’introito della Champions serve per pagare i debiti.
“Per pagare le perdite”.
Lo stadio potrebbe avere una funzione in questo raggiungimento dell’equilibrio?
“Lo stadio è l’elemento che ti permette di svoltare. Con lo stadio di proprietà, ragionevolmente puoi raddoppiare gli introiti del botteghino, arrivando a guadagnare tra i 40-50 milioni”.
Ma questo stadio non è di proprietà della Roma.
“Ci stavo arrivando. Bisognerà capire la convenzione che andrà creata tra la società dello stadio e la Roma. Per la Uefa ci deve comunque essere un affitto dello stadio a prezzo di mercato, non a un euro. Ci deve essere un canone di affitto, magari basso e non fittizio, e ci deve essere una convenzione per cui la Roma gestisce lo stadio non solo durante il giorno della partita. Bisogna avere la disponibilità dell’impianto, facendo un contratto di affitto con la casa madre, e capire quanto si riesce a guadagnare. Questo rende più problematico il raddoppio dei ricavi dallo sfruttamento dello stadio. Arrivare ad avere quest’impianto diventa fondamentale, soprattutto se lo si associa a nuovi contratti commerciali, portando i ricavi strutturali – fermi da anni – dai 150 ai 250 milioni”.
Pallotta è alla ricerca di un partner finanziario? Un co-proprietario?
“Goldman Sachs gli ha ristrutturato all’indebitamento. Il tema centrale è di capire se Pallotta vorrà avere soci nella Roma. Ritengo che sia inevitabile per Pallotta cercare una partnership, ma nessuno accetta di metter soldi per fare il socio di minoranza. Il tema vero è questo: se Pallotta si tiene la Roma o la vende. Ho sempre sostenuto in passato che Pallotta cercava acquirenti. Il dossier c’era, anche se Pallotta si è risentito. Ora, con lo stadio, non credo sia più una priorità a meno che non arrivino offerte importanti, che oggi possono arrivare di più considerando l’ok per l’impianto. Poi bisognerà capire anche cosa direbbe il Comune”.
Fonte: Radio Radio