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Stadio della Roma, Civita: “E’ ancora presto per poter parlare di tempi di realizzazione, tutto dipende da quando il Comune approva in Consiglio la variante”

Michele Civita, assessore alle Politiche del territorio e della mobilità della Regione Lazio, questo pomeriggio ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Radio per parlare del progetto dello stadio della Roma. Queste le sue parole:

Prima di iniziare, un commento su Inter-Roma?
E’ stata una partita molto tesa in cui entrambe le squadre hanno mostrato i loro pregi e i loro difetti. Sono squadre che sono in una fase di ricostruzione, speriamo che si possa completare entro l’anno. Dzeko al Chelsea? Questo mi dispiace.

A che punto siamo con lo stadio?
Stiamo per mandare tutto al Comune di Roma. La decisione finale della Conferenza dei Servizi equivale anche ad adozione della variante urbanistica. Loro dovranno pubblicarla. Per 30 giorni i cittadini avranno la possibilità di fare osservazioni, poi gli uffici del Comune di Roma dovranno fare le controdeduzioni e dovranno portare tutto per l’approvazione finale in Consiglio Comunale.

Cosa significa che i cittadini possono fare delle osservazioni?
Possono fare delle obiezioni sul progetto di variante che il Comune presenta. Devono essere valutate e per ognuna deve esserci una risposta. Se il cittadino ritiene che sia sbagliata, questa risposta può anche essere impugnata, ci sono i ricorsi al Tar. Ci sarà anche un’altra istituzione che valuterà le controdeduzioni che il Comune dovrà fare. È un esercizio importante della nostra democrazia.

Qual è la sua valutazione su quest’opera? Che posizione ha assunto?
Punto primo: le grandi società di calcio devono avere uno stadio di proprietà, in Europa ci sono tanti esempi. Punto secondo: quando un imprenditore vuole investire un miliardo e mezzo di euro, bisogna dirgli subito i ‘sì’ e i ‘no’, altrimenti a Roma non verrà più nessuno ad investire. Punto terzo: ci sono state tre amministrazioni comunali differenti, di diverso colore, che hanno scelto l’area di Tor di Valle. Prima la Giunta Alemanno, poi quella Marino e quella Raggi. Queste ultime due hanno dato l’interesse pubblico a quell’opera. Noi come Regione abbiamo dovuto valutare il progetto in sé con uno scopo: i servizi e le infrastrutture per i cittadini.

Il verbale della Conferenza è ancora fermo in Regione. Perché questo ritardo?
Non è un ritardo. Al verbale della Conferenza sono state fatte alcune osservazioni da parte del Comune e della Città Metropolitana. Adesso si stanno rispondendo a queste osservazioni per poi mandare tutto l’incartamento. Entro questa settimana il Comune riceverà tutto il plico.

È vero che il Ponte di Traiano è stato finanziato dal Governo?
No. C’è stata una disponibilità data dal Ministro Lotti a finanziarlo. È stata una disponibilità verbale. Noi pensiamo che la viabilità privata abbia bisogno di un ulteriore approfondimento, per questo abbiamo insistito sulla possibilità di avere il Ponte di Traiano. Sarà il Comune che dovrà valutare questo progetto o altri in alternativa.

Ci saranno le elezioni. Se il nuovo Governo non dovesse più dare la disponibilità, che succede?
Succede che il Comune di Roma dovrà soluzioni alternative al Ponte di Traiano. Ne abbiamo già iniziato a discutere. Alcune soluzioni sono condivisibili, altre hanno bisogno di un’ulteriore verifica. O mettono il Ponte di Traiano o devono trovare soluzioni alternative. La Città Metropolitano e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti hanno fatto ulteriori proposte. Noi abbiamo voluto riporre all’attenzione il Ponte di Traiano perché garantisce maggior sicurezza nell’afflusso e nel deflusso, ma se ci sono proposte alternative le valuteremo. È un’area già fortemente congestionata, sicuramente ci sono infrastrutture già previste che aiuteranno, ma non siamo tranquillissimi che bastino.

Va rinforzato il trasporto su rotaie: chi lo deve fare? Vanno presi treni nuovi?
Noi abbiamo avuto dal Governo 180 milioni di euro per modernizzare la Roma-Lido, una delle linee più complesse, gestita da Atac. L’Atac ha anche la responsabilità della manutenzione ordinaria e straordinaria. La situazione di oggi di Atac non aiuta. La nostra idea è di chiedere a Rete Ferroviaria Italiana, che si occupa delle ferrovie in tutta Italia. Se ne parlerà dopo il 4 marzo. L’idea è quella di andare avanti sia per capire quali sono i principali interventi da fare sulla linea, e poi per acquistare i strani. L’idea è di bandire una gara d’appalto per comprare nuovi treni. La priorità è quella di comprare nuovi treni, e poi dare alla Roma-Lido un assetto di governo stabile.

Quando si giocheranno le partite, che succederà?
Bisognerà fare ulteriori infrastrutture per aiutare l’afflusso e il deflusso dei tifosi. Grazie alle risorse che il Governo ci ha dato, nei prossimi anni ci sarà un miglioramento della Roma-Lido e ci saranno nuovi treni, ma non bastano. Andranno rafforzati grazie ai soldi che derivano dagli oneri straordinari dello stadio, in modo tale che si possano creare infrastrutture dedicate.

Ma gli oneri non li prende il Comune?
Gli oneri li prende il Comune, e questa è una delle prescrizioni che la Conferenza dei Servizi ha dato. Il Comune li prende, ma vorrebbe dedicargli i soldi che prende come costo di costruzione. È un discorso tecnico ma lo voglio semplificare. Gli oneri straordinari sono risorse che sicuramente devono essere impegnate a realizzare opere che si fanno prima dell’inaugurazione dello stadio, mentre il costo di costruzione va nel bilancio generale del Comune. Poi il Comune, quando approva il proprio bilancio, li deve destinare per quell’opera. Se il bilancio però sta a rischio, c’è il rischio che vengano utilizzati per altro. Noi, tra le varie prescrizioni che la Conferenza ha messo, c’è questa. Altre meno importanti opere devono essere coperte col costo di costruzione, mentre la modernizzazione della Roma-Lido deve essere coperta dagli oneri straordinari per dare certezza della realizzazione di quelle opere.

Quindi adesso la palla è nella metà campo del Comune?
Sì, adesso sta a loro. È vero che anche in Conferenza dei Servizi c’era il Comune, quindi non è una novità né una sorpresa. Tutte queste cose sono state figlie di una discussione serrata. La palla sta a loro, quindi verificheremo le scelte che fanno.

Lei ritiene che sia possibile ipotizzare in questo momento tempi di realizzazione dell’opera o è ancora presto?
E’ ancora presto. Leggo spesso a maggio, a giugno, a luglio o a settembre. Dipende da quando il Comune approva in Consiglio Comunale la variante con la convenzione e rinvia tutto l’incartamento alla Regione. Da quel momento io sarò più chiaro, perché avrò io la responsabilità. O meglio, gli uffici regionali. Quindi mi posso azzardare a fare delle previsioni. Ma fino a quel momento ogni previsione è meglio non farla, anche per rispetto del lavoro degli altri.

Novità sullo stadio della Lazio?
Nessuna. Se ci fossero novità lo sapremmo tutti, perché in primo luogo è il Comune che deve valutare il progetto e che ce lo invia. Nessuna novità.

Chi è il proprietario dello stadio della Roma? Il club o una società di Pallotta a cui la Roma dovrà pagare il canone?
Nella delibera del Comune di Roma è specificato che c’è un rapporto stretto tra lo stadio e la Roma società. E’ chiaro che lì ci sia stata una discussione, è chiaro che sia difficile fare una distinzione tra la Roma, Pallotta e le società di Pallotta. C’è un vincolo di indissolubilità: se si vende la Roma, la si deve vendere insieme allo stadio.

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