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Il Tempo Antonucci, dal no a Mourinho all’esordio in Serie A

(F. Schito) Nel mese più caldo dell’anno, quello del mercato, la Roma si è ritrovata una risorsa in casa. Si tratta di Mirko Antonucci, attaccante classe 1999 della Primavera di Alberto De Rossi. Nella trasferta di Marassi, ha risposto presente quando è stato chiamato in causa, prima andando vicinissimo alla rete del pari, poi trovando l’assist decisivo per la testa di Dzeko. La carriera del numero 10 giallorosso parte da lontano, dal 2004, anno in cui Bruno Conti lo prelevò dall’Atletico 2000 per portarlo a Trigoria. Una vita passata nelle giovanili della Roma, con cui ha vinto tutto quello che c’era di vincere a cominciare dai Giovanissimi fino alla Primavera. Prima con Coppitelli, attuale allenatore degli Under 19 del Torino, e in seguito con De Rossi le sue qualità si sono definite, dimostrandosi un giocatore duttile e tatticamente intelligente che può giocare da trequartista classico, esterno alto o punta centrale. In questo ruolo lo ha inventa to Di Francesco a partire dal ritiro di Pinzolo, passando per l’amichevole con la Chapecoense.

Il tecnico abruzzese ha puntato forte sull’attaccante e contro la Samp è stato pronto a raccoglierne i frutti. Con la Primavera, Antonucci ha giocato prevalentemente alla sinistra della prima punta – Ganea finché non si è rotto il crociato, poi Celar – per essere quindi spostato nel nuovo ruolo di «falso nove» anche da De Rossi. In questa veste, ha trovato più confidenza con il gol, pur non essendo un bomber. Ora, dopo l’emozione dell’esordio in Serie A, il classe ’99 può tornare in Primavera a crescere con calma, senza disdegnare qualche chiamata da parte di Di Francesco. Le sirene inglesi hanno già provato a portarlo Oltremanica ma, insieme alla sua famiglia, Antonucci ha scelto di declinare la corte di Mourinho che lo avrebbe voluto nelle giovanili del Manchester United e prolungare il contratto con la Roma fino al 2022. Una scelta ripagata intanto con il brillante.

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