(S. Pieretti) Il calcio continua a scherzare con il fuoco. Anche la giornata di ieri ha registrato l’ennesima fumata nera in Lega calcio: i 20 Presidenti di Serie A non sono riusciti a trovare un nome candidabile, né un dirigente da poter appoggiare alle prossime elezioni federali in programma il prossimo 29 gennaio a Fiumicino.
«L’Assemblea non si è pronunciata sulla candidatura, né su una candidatura di appoggio» ha sottolineato il Commissario della Lega Calcio Carlo Tavecchio al termine della lunga giornata di ieri, certificando l’ennesimo buco nell’acqua – quindi il discorso è legato alla scadenza del 14 gennaio, e si vedrà». Tavecchio lascia uno spiraglio aperto, anche perché negli uffici di via Rosellini c’è il presidente della Lazio Claudio Lotito che sarebbe pronto a scendere in campo, appoggiato da undici società di Serie A.
Al momento i candidati sono due, Tommasi e Gravina, ma oggi arriverà l’investitura di Cosimo Sibilia, l’uomo forte di questa campagna elettorale, se non altro perché – grazie alla Lega Dilettanti – ha in dote un portafoglio voti che pesa per il 34%. Gli antagonisti saranno Damiano Tommasi, presidente dell’Aic, e Gabriele Gravina, Presidente della Lega Pro che ieri ha incassato la fiducia con consenso unanime. Il Presidente della Lega Pro svela i contenuti dell’incontro col Presidente della Lega Dilettanti Cosimo Sibilia: «Abbiamo continuato a parlare dei problemi del calcio, credo che tutto sia legato alla posizione della Lega di serie A. Non sono particolarmente ottimista su alcune indicazioni ma dobbiamo portare avanti, ciascuno di noi, per il proprio ruolo e responsabilità, un percorso che non ci porti a fare un nostro interesse ma l’interesse per il calcio italiano. Per far ripartire il calcio italiano serve una rivoluzione culturale».
Anche Sibilla cerca la sponda della Lega di Serie A, auspicando un percorso comune. «Il calcio di base e il calcio di vertice potrebbero ricostituire quell’asse storico che c’è sempre stato – sottolinea il Presidente della Lega nazionale dilettanti, Cosimo Sibilia – Tre candidati sono un brutto segnale? Non siamo noi a determinare il candidato unico, tutti devono dare il contributo per largo consenso». I candidati potrebbero essere addirittura quattro, qualora il consenso espresso all’interno della Lega di Serie A nei confronti del Presidente della Lazio Claudio Lotito trovasse una certificazione ufficiale da parte dei club; sarebbero almeno undici i Presidenti pronti ad ap-poggiare la candidatura del numero uno laziale.
La partita, per quanto lunga, è molto breve; entro domani sera dovranno essere ufficializzate le candidature per concorrere alle elezioni federali del 29 gennaio. Alla fine – tranne colpi di scena dell’ultim’ora – sarà una corsa a tre. Anche il mondo della politica guarda le prossime elezioni con scrupolosa attenzione. «Il mondo del calcio dovrà strutturare presto una governance – sottolinea il Ministro dello Sport Luca Lotti – perché di questo c’è bisogno, puntando sui progetti e sui pro-grammi, piuttosto che su uomini o personalismi». Alla fine il candidato unico auspicato da più parti non ci sarà: il mondo del calcio cercherà una nuova governance che rischia di essere ingovernabile. Ma a quel punto, come sottolinea Tommasi, il rischio commissariamento sarebbe dietro l’angolo. «Conosciamo le difficoltà che ci sono in Lega Serie A, a prescindere dal problema federale – afferma il Presidente dell’Assocalciatori – se il 30 gennaio non avremo rinnovato le cariche federali, il Coni dovrà fare una riflessione».