Le parole di Damiano Tommasi, candidato alla presidenza della FIGC:
Cosa ti ha chiesto la gente in vista di riforme federali?
“Andrebbero valutate sempre le richieste della gente. I social e gli strumenti della campagna hanno risposto in modo serio, non è un mondo solo superficiale. Parecchi hanno inviato le loro idee, tutti molto attenti al sistema sportivo, molte cose erano già nel mio programma come le seconde squadre e la riduzione del numero delle partecipanti in Serie A”.
Un giudizio sugli altri candidati?
“Ho dato la mia candidatura prima di sapere chi fossero gli altri. La mia figura potrebbe essere più incisiva dal punto di vista sportivo, gli altri vengono da un sistema elettorale piuttosto strano, rappresentano la parte dirigenziale che dovrebbe essere di supporto al campo. Abbiamo provato a fare incontri pre-elettorali, con Gabriele Gravina ho avuto un percorso di un certo tipo, bisognerà vedere le maggioranze”.
Rapporto con Totti?
“E’ un modello, penseremo a preservare la figura di campioni come lui ed a prenderli come spunto e esempio assoluto. Consci del fatto che non bastano i campioni. Servono anche altre competenze”.
Lotito?
“È uno dei potenziali candidati, ha fatto di tutto per proporsi. Dicono che io sia di parte, ma dubito che un presidente di due società professionistiche possa essere super partes. Sapete quanto ha contato in Lega negli ultimi anni, ingessandone i movimenti. Se si mettesse a disposizione delle istituzioni, e non dei numeri, sarebbe una risorsa”.
Il tuo passato in Cina?
“Un’avventura fuori tempo, in anticipo rispetto ad altri. Ero curioso di scoprire un mondo che è nella nostra realtà, andare a farlo da calciatore mi ha aiutato. Sono rimasto fino alla fine del campionato, oggi il motivo è un altro. Non so dove andrà il calcio cinese, prevede ritorni di immagine molto importanti. Io sono andato a 34 anni, se non avessi avuto una famiglia al seguito sarei rimasto anche di più, ci sono prospettive forse migliori che in Europa”.
Fonte: Rete Sport