Strana la vita. Nella Roma a trazione statunitense, il sogno e la delusione maggiori hanno avuto la stessa faccia, quella gentile e a volte malinconica di Edin Dzeko. Il centravanti, infatti, prima nell’estate del 2015 aveva rappresentato la massima incarnazione della volontà pallottiana di giocare anche per vincere e non solo per restare al vertice, mentre a gennaio – durante la lunga trattativa per la cessione al Chelsea – aveva materializzato il picco di scoramento di una tifoseria ormai scettica sul fronte dei successi. Diciamolo subito: al netto delle polemiche che un suo eventuale addio avrebbe scatenato nei confronti della proprietà, il centravanti bosniaco finora ha ricevuto a Roma più stima che passione. (…) Eusebio Di Francesco, alla vigilia del delicato match contro il Verona – tra campionato e coppa la Roma non vince da 7 partite – non nasconde di tirare un sospiro di sollievo per la fine delle trattative. «Edin era disponibile prima ed è molto più sereno e convinto adesso – spiega –. Perciò sono contento che sia finito il mercato». Questo, ovviamente, non vuole essere un alibi per le prestazioni di Dzeko, che da quando è ricominciato il campionato ha convinto solo a sprazzi. (…) «Credo che i calciatori debbano pensare solo a fare i calciatori, non ad altre vicende o al mercato o a quello che fa la società – aggiunge il tecnico –. Fortunatamente la dirigenza ha deciso di tenerlo, credo sia una vicenda chiusa. Lui, nonostante le voci, ha sempre avuto ottimi atteggiamenti nei confronti di gruppo e squadra, ed è davvero ben voluto. Non ci sono spaccature all’interno della squadra o con lo staff e la società. C’è solo il desiderio e la voglia di riscattarsi. Di chiacchiere se ne fanno tante, ora servono i fatti e si deve vincere». (…)
L’attaccante lo sa e prova a dare una scrollata ai suoi numeri, che lo hanno visto andare in gol solo 3 volte nelle ultime 19 partite. Cifre in controtendenza con l’ottimo avvio, tant’è che il bosniaco finora ha realizzato 13 reti (10 in campionato e 3 in Champions), cioè quasi tutte nella prima parte della stagione. Il più bello, manco a dirlo, quello di Stamford Bridge al Chelsea. (…) Ma molto prosaicamente, per ottenere la cittadinanza del tifo occorrono gol e vittorie. Come dire, oggi c’è bisogno del vero Dzeko per non materializzare una nuova «fatal Verona» in chiave Champions.
Fonte: gazzetta dello sport