(K. K.) – Alisson, Peres, Manolas, Fazio, Kolarov, Pellegrini, Strootman, Nainggolan, Ünder, Schick e Perotti. In panchina Florenzi, De Rossi, Gerson, El Shaarawy, Defrel e Dzeko.
Sulla carta la Roma di ieri, e del resto della stagione, non è affatto una squadra mal costruita e scarsa. Ha calciatori considerati tra i migliori nel proprio ruolo in Italia, ha un portiere che mostra le stigmate del top-player, un centrocampista cercato da mezza Europa e il capocannoniere uscente della Serie A.
Eppure la Roma di mister Di Francesco ha perso negli ultimi mesi tutte le sue peculiarità migliori. La squadra aggressiva e corta vista ad inizio stagione ha lasciato spazio ad un undici spesso molle, in ritardo, fuori condizione e incapace a giocare con la medesima intensità tutti i 90 minuti. L’intensità ecco, una delle carenze della Roma attuale, che pressa male e corre svogliatamente, non mette paura agli avversari tanto che il Milan ieri si è difeso senza troppi problemi e ha punto quando è stato necessario.
Questa Roma ci è stata presentata anche come una squadra duttile e dinamica, con tanti calciatori abili a fare più lavori in campo e capace di variare moduli tattici in corsa. Niente di più lontano dalla realtà: tra il 4-3-3 ed il 4-2-3-1 visto di recente corre un abisso, i centrocampisti hanno poca qualità e tanta lentezza, elementi come Perotti, El Shaarawy o Nainggolan se tolti dal loro habitat naturale sembrano vagare per il campo senza meta. Il dinamismo non è di casa a Trigoria, e lo conferma il possesso palla statico e senza sbocchi visto anche ieri sera all’Olimpico.
Infine la cattiveria: la Roma di questa stagione non ha mai giocato ne’ troppo male (a parte ieri sera) ne’ troppo bene, ma la grande pecca è quella di non essere una squadra concreta, come se non si allenasse mai sugli schemi offensivi, sulle conclusioni e sulle soluzioni alternative. Zeman, maestro riconosciuto di Di Francesco, è riuscito nella sua criticata carriera a far segnare 16 gol a Baiano, 19 a Vucinic, 16 a Sansovini e 20 a Vignaroli. L’attuale tecnico della Roma può vantarsi di aver ‘aiutato’ Dzeko, Schick, Defrel, Perotti ed El Shaarawy a segnare soltanto 22 gol in cinque. Colpa di mancanza di idee e di tranquillità anche quando si va a calciare verso la porta avversaria.
La domanda è dunque spontanea: la Roma è una squadra sopravvalutata in linea generale o semplicemente è allenata male? A fine stagione l’ardua sentenza.
GGR