Mircea Lucescu, 72 anni, è l’uomo che dovrà rilanciare il calcio turco e vuole farlo partendo dal basso, dai giovani che possono essere il futuro calcistico della nazione.
Ha visto l’exploit di Cengiz Ünder con la Roma?
«Come no. Ma per me non è una sorpresa. Era solo questione di tempo. Cengiz ha solo 20 anni».
Per questo qualche mese fa sosteneva che avesse lasciato la Turchia troppo presto?
«No, mi scusi ma in quel caso sono stato frainteso. Intendevo solo dire che per la nazionale turca, all’epoca in corsa per il Mondiale, era un problema raggruppare tanti calciatori che si erano mossi da una squadra all’altra, molti dei quali andando verso l’estero. Emre Mor non giocava a Dortmund, Salih che è un ragazzo del 1998 faticava a Colonia… Adesso va meglio. Anzi, a proposito di Ünder…».
Cosa?
«Ha avuto coraggio ad allontanarsi da casa scegliendo un campionato tattico come il vostro. L’esperienza gli servirà per maturare più velocemente. Sono stato io a dirgli più volte di tenere duro, di non mollare la Roma nemmeno in prestito, perché ero sicuro che gli avrebbe fatto bene lavorare in Italia con un bravo allenatore come Di Francesco. Appena ha capito un po’ la lingua e i meccanismi, ecco i risultati».
Già ma voi due come parlate?
«In italiano. Così lo aiuto. E credetemi, mi comprende bene. Comincia anche a parlare un po’. Potrà solo migliorare».
fonte: Il Corriere dello Sport